Como,
L’ultimo decreto legge, combinato al ritorno in zona gialla della nostra regione, ha riaperto da lunedì alla pratica del calcio e più in generale agli sport di contatto all’aria aperta, allenamenti collettivi compresi.
Dopo mesi e mesi dove lo sport più diffuso e praticato nel Paese era stato vietato alla stragrande maggioranza dei tesserati – e non solo – per contrastare la pandemia, da oggi si può tornare a giocare a calcio nel vero senso della parola. Si può tornare a giocare una partita, anche se per ora sarà d’allenamento o tra amici al campetto, ma finalmente si può tornare a correre dietro al pallone, a calciarlo e a festeggiare assieme un gol.
Si tratta di un piccolo grande passo verso la ripartenza di tutto il movimento calcistico, dilettanti e giovanile. Una ventata di gioia e speranza soprattutto per i più piccoli dopo un periodo davvero difficile, dove l’unica valvola di sfogo erano state, a singhiozzo, le sedute d’allenamento individuale.
Resta vietato ancora vietato l’uso degli spogliatoi, come ha sottolineato anche il Comitato Regionale Lombardia della Lnd-Figc in una nota, con la quale ha anche ricordato alle società che resta in vigore il protocollo sanitario dello scorso agosto.
Comitato che attendeva questa “riapertura” e che si è ritrovato per fare il punto sulla situazione dell’attività, come confermato dal consigliere comasco Mario Tavecchio: “Il Crl si è fatto promotore per avere una linea chiara ed univoca da parte del Sgs ed è atteso per martedì (oggi, ndr) un comunicato Figc-Sgs nazionale che disciplini autorizzazioni e modalità di svolgimento sia delle amichevoli che dei tornei di Società”.
Se la stagione dei dilettanti è già stata annullata e conclusa, a livello giovanile lo stop definitivo non è ancora arrivato. Uno dei motivi è quello di provare a lasciare un segno sul finire di questa stagione, con qualche manifestazione ufficiale. A quanto pare, ed è quello al quale sta lavorando il Crl, con un torneo o più probabilmente con una coppa.
“È importantissimo che le squadre di settore giovanile ripartano quanto prima in competizioni – ha aggiunto il consigliere Tavecchio-, seppur sotto forma di amichevoli e tornei, ma è altresì importante che ciò avvenga nella massima sicurezza, sia per gli atleti ed i loro familiari sia per le responsabilità dei dirigenti e presidenti di società”. Ovvero senza aggirare le norme, oltrepassando ad esempio quel “preminente” interesse nazionale, come invece ha provato a fare qualche altra federazione (o ente) per tornare subito in campo nonostante le restrizioni.
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