Como,
Luca Scapuzzi, ultimo arrivato al Como al termine del mercato, sarà pronto tra una ventina di giorni. Terminata la riabilitazione dopo l'operazione al ginocchio dello scorso giugno, ieri ha sostenuto il suo primo allenamento a Orsenigo. Prima, ha parlato di sè e della sua esperienza in Inghilterra.
Ventitre anni, un biennale con il Como, Scapuzzi ha giocato al Manchester City, allenandosi con grandi campioni. Prima ancora, nel 2010, Luca Scapuzzi ha vinto un campionato nel Portogruaro. Ora ha finita la rieducazione e ha ottenuto il via libera per allenarsi con il resto del gruppo. Che, in questi giorni, ha già cominciato a conoscere.
Un giocatore offensivo per un Como che, oltre alla tenuta difensiva, sta mostrando cose buone anche in attacco. Dove ami giocare?
Ho sempre fatto l’attaccante nelle giovanili del Milan, poi sono arretrato. Ho fatto un po’ di tutto, soprattutto la mezz’ala a destra e a sinistra, o il trequartista, anche l’esterno talvolta. Gol? Ne ho segnati pochi, ora preferisco farli fare. Ma spero proprio di sbloccarmi quest’anno e di migliorare le mie statistiche.
Partiamo dal fondo, dall’ultima esperienza italiana?
Ero al Siena lo scorso anno, una buona stagione dopo quella deludente, sempre in B, al Varese. Peccato per l’infortunio all’ultima giornata, che forse mi ha precluso qualche strada in B nel corso dell’estate. Poi è arrivato il Como e mi è sembrata la soluzione migliore.
Ricominciare dalla Lega Pro, te lo aspettavi?
Non ho voluto prendere impegni con società di B visto che ero infortunato. E nessuna comunque era disposta ad aspettarmi fino a ottobre.
Finché non è arrivato il Como, che ti ha voluto a conclusione del mercato.
Ci siamo messi d’accordo in due giorni, la firma è arrivata solo a mercato concluso, perché tanto ero svincolato dal Siena.
In Inghilterra eri al City. Ci racconti la tua esperienza?
Mister Mancini mi ha fatto fare un provino, dopo l’infortunio al crociato nell’anno della B a Portogruaro e mi hanno tenuto. Mi allenavo con la prima squadra, ma giocavo soprattutto con la formazione giovanile.
E con tutti quei campioni com’è andata?
I primi che mi vengono in mente sono Tevez, Aguero, Tourè, Silva, Balotelli. Allenarmi con loro è stato molto formativo, dai campioni c’è sempre qualcosa da imparare, anche se in realtà in prima squadra ho fatto solo delle panchine in Premier League. Ma ho segnato un gol in Coppa di Lega, ed è un bellissimo ricordo.
Calcio inglese e calcio italiano, quali sono le differenze?
In Italia c’è più cura per la tattica e le palle inattive, là si cura molto l’intensità. E poi l’ambiente è tutto diverso. Anche per partite di serie C o del campionato riserve gli stadi sono pieni.
Torniamo al Como, che idea ti sei fatto della squadra?
L’ho vista tre volte dal vivo, siamo partiti bene ed era la cosa più importante: è una squadra che ama giocare ed è stato uno dei motivi che mi hanno spinto a sceglierla. Credo che si possa disputare un campionato di vertice e sono pronto a dare una mano.
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