Como,
“Poche chiacchiere e menare”, “Nibali eterno”, queste alcune delle scritte che, disegnate sull’asfalto, campeggiano da giorni sulle salite della Valfresca e del Civiglio, le più iconiche asperità cittadine de Il Lombardia, la Classica Monumento che sabato scatterà alle 10 da Bergamo con l’edizione 116 e terminerà sul lungolago di Como.
Dal primo vincitore, Giovanni Gerbi nel 1905 a Tadej Pogacar, l’anno scorso, con in mezzo tanti campioni – Fausto Coppi, Alfredo Binda, Eddy Merckx, Philippe Gilbert, Vincenzo Nibali – il Giro di Lombardia è una gara per grandi corridori.
Chi riuscirà a domare per primo i 253 durissimi km della Classica Monumento più tosta? Scopriamolo...
IL FAVORITO
Il favorito d’obbligo è solo uno: Tadej Pogacar (Uae). Dopo la vittoria dello scorso anno, è pronto a concedere il bis, le salite non troppo dure potrebbero avvantaggiarlo ma occhio alle incognite.
Una su tutte porta il nome di Eric Màs (Movistar). Lo spagnolo secondo alla Vuelta e vincitore al Giro di Emilia – proprio su Pogacar – ha le carte in regola per far saltare il banco.
Se dovesse aver riacquistato forma fisica, il bicampione del mondo, Julian Alaphilippe (Quick-Step) non parte certo battuto, così come il vincitore del Tour Jonas Vingegaard (Jumbo Visma).
Nel novero dei co-favoriti anche il russo Aleksander Vlasov (Bora) e Romain Bardet (Dsm), corridore che in salita non si è mai nascosto.
Partono più staccati i vari Alejandro Valverde (Movistar), Adam Yates (Ineos) terzo lo scorso anno, e il suo compagno Daniel Martinez. Le sorprese potrebbero essere l’italiano Lorenzo Rota (Intermarchè) e Dylan Teuns (Israel).
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LE SALITE
Detto dell’arrivo in città, già dai primi chilometri a Bergamo si sale con il Passo di Ganda (9,2km al 7,3%), il Passo della Croccetta e il Colle di Berbenno a chiudere la prima serie di asperità.
A seguire un lungo tratto pianeggiante che porterà la carovana verso Bellagio, dove inizierà la storica salita del Ghisallo, un vero monumento per il mondo della bicicletta, una salita di 8,6km condita da una pendenza media del 6,2% (con picchi al 14%).
Niente Muro di Sormano, si arriva a Como con gli ultimi 22km con la salita di San Fermo (due volte, 2,7km al 7,2%), inframezzata dal Civiglio, un picco di più di 4km con una pendenza media quasi in doppia cifra (9,7%).
THE LAST DANCE: LO SQUALO, IL BALA E UN PO’ DI COMO
La fine di un’era. Il Lombardia sarà l’ultima gara di due eterni campioni: Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde. Due Giri D’Italia, un Tour de France, una Vuelta a Espana (solo nei Grandi Giri); due Lombardia, una Sanremo – miracolo sportivo -, i trionfi e aggiungiamo un quarto posto al Mondiale di Firenze dopo una caduta, l’oro alle Olimpiadi di Rio, svanito per una scivolata in discesa.
I risultati non dicono tutto quello che è stato lo “squalo” per il ciclismo italiano. Ultimo baluardo di un movimento privo di campioni, Vincenzo è stato – speriamo ancora per poco – l’ultimo ciclista italiano in grado di far sobbalzare la folla e di togliere il "dio calcio" dalla copertina de La Gazzetta Dello Sport. Il suo addio fa male.
Sarà anche l’ultimo “flamenco” per Alejandro Valverde, un campione senza età che a 42 anni potrebbe ancora giocarsi la vittoria, dopo un mondiale, quattro Liegi e il podio raggiunto in tutti i Grandi Giri.
Di fianco a questi monumenti, c’è anche un po’ di Como. Parteciperà alla gara anche il binaghese Alessandro Fancellu (Eolo Kometa) che si affaccerà per la prima volta alla Classica delle foglie morte. Con lui anche l’erbese d’adozione Lorenzo Fortunato che, dopo la vittoria della tappa dello Zoncolan nel Giro del 2021, potrebbe essere una sorpresa.
TABELLA FAVORITI
CINQUE STELLE: Pogachar, Videgegaard, Vlasov, Alaphilippe
QUATTRO STELLE: Bardet, Valverde, A. Yates, Martinez
TRE STELLE: Rota, Consenfroy, Teuns, Higuita
DUE STELLE: Woods, Skjelmose, Ulissi, Bilbao
UNA STELLA: Nibali, Landa, Gaudu, Fulsang
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