Como,
Non avrà la visibilità mondiale di Simon Kjaer, ma il gesto compiuto da Luigi Cardamone ha la stessa valenza di quello del campione danese. Tutti ricorderanno la gara tra Danimarca e Finlandia dello scorso giugno, in occasione degli Europei poi vinti dall'Italia, quando Christian Eriksen fu letteralmente salvato dal compagno di squadra dopo un malore in campo.
Scena tornata alla mente di tutti i presenti, nella serata di venerdì, al centro sportivo di Missaglia, sede della partita Under 16 tra i padroni di casa e il Calolziocorte. È il 39' del primo tempo, quando un giocatore ospite si accascia a terra. «Dovevamo battere una punizione sulla trequarti - raccorda Cardamone, allenatore dei calolziesi -, e in area un avversario è finito giù. Pensavamo per uno dei soliti contrasti di gioco, ma dopo qualche secondo è subito scattato l'allarme e ho capito che qualcosa non andava».
Cardamone non perde tempo: «Sono corso subito dal ragazzo, l'ho toccato e non mi rispondeva. Non c'erano né respiro né battito cardiaco, stava iniziando a perde colore in viso, così ho iniziato a praticargli il massaggio cardiaco». La manovra va a buon fine e il ragazzo riprende conoscenza tra il sospiro di sollievo generale. «Quando si è ripreso gli abbiamo praticato il DAE, poi è arrivata l’ambulanza e lo hanno portato in ospedale per tutti i controlli del caso. È durato tutto trequarti d'ora, ma fortunatamente si è risolto per il meglio».
Onore e merito a Cardamone, per la reattività e per le competenze messe in pratica. «Credo che ogni allenatore debba sapersi muovere in questo tipo di circostanze e il merito è del corso di Primo Soccorso BLS (Basic Life Support) che ho fatto. In quei momenti si creano subito panico e confusione, bisogna agire rapidamente, ma sapendo cosa fare, e senza questi corsi è impossibile». Corsi di primo soccorso che spesso vengono vissuti come una semplice formalità da espletare, ma che, come in questo caso, possono veramente salvare le vite. «Sono fondamentali, anche con i richiami ogni due anni che ti permettono di restare aggiornato sulle manovre da mettere in atto usando magari nuove metodiche più appropriate».
Per Luigi, pensionato calolziese classe '59, da sempre amante del calcio giovanile, una gioia e un'emozione indescrivibili: «L’importante è che il ragazzo stia bene. La cosa più bella è stata sentire il suo cuore che piano piano ricominciava a battere sotto le mie mani. Mi sono sentito rinascere con lui e ho provato qualcosa di inspiegabile a parole».
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