Como,
«Ho fatto questa impresa per mio padre che in questa data avrebbe compiuto ottant’anni e un po’ anche per mettermi alla prova e cimentarmi in una sfida personale».
È lo stesso Nicola Viganò, ex portiere di Seregno ma comasco d’adozione – storiche le sue stagioni tra Arcellasco e Menaggio -, e ora cicloamatore, a raccontare il perchè delle sue gesta eroiche: compiere in una giornata un everesting (8848 metri di dislivello, ossia come pedalare dal livello del mare alla vetta dell’Everest, la montagna più alta della terra) salendo e scendendo per cinque volte il passo Spluga da Chiavenna, sommando più di 280 chilometri percorsi.
«Sono partito per la prima salita alle 3 del mattino e ho completato l’ultima ascesa ben oltre le 23. Diciamo che è stata davvero dura sia per la difficoltà di completare un everesting ma anche per il clima: ricordo infatti il nevischio e i tre gradi prima del quinto arrivo in vetta – commenta Viganò -. Ma quando sono arrivato in cima per l’ultima volta ho gridato con tutta la voce che avevo, è stato stupendo».
Sono tantissime le persone che l’ex portiere deve ringraziare per questo giorno memorabile: «La mia compagna Stefania è stata fantastica, mi ha accompagnato in bici nell’ultima salita e mi ha spronato fino alla fine – continua Viganò -. Poi ho degli amici stupendi: Andrea Galliani si è presentato alle tre del mattino fuori dall’albergo per fare la prima ascesa con me, per poi andare al lavoro, Mattia Marzorati è arrivato da Berna per assistere all’impresa, e poi tutti gli altri che sono venuti a incitarmi durante la giornata».
Ora quale sarà la prossima impresa per Nicola? «Un’idea c’è già – conclude -, quest’estate vorrei salire i 21km che da Bormio portano al Passo dello Stelvio al fianco di mia moglie e trasportando mio figlio con un carrettino attaccato alla mia bici».

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