Tra pandemia, una bufera di neve e grandi risultati, è ripartita in queste settimane la stagione di Aurora Novati. La tennista canturina è volata da ormai qualche anno in America dove, dopo la parentesi nel Southern Arkansas University, milita nel Texas Wesleyan University, college con cui – in attesa dell’inizio delle conference - ha vinto le prime cinque partite dell’anno.

«Fino a metà aprile giocheremo contro le altre università, poi inizierà la conference che ti permette di qualificarti ai regionals – spiega la classe ‘97 -. Questa stagione siamo molto più competitive rispetto alla passata e vogliamo qualificarci ai regionali, poi si proverà ad arrivare alle fasi nazionali».

Un’annata iniziata sotto il segno della pandemia e di una bufera di neve abbattutasi sul Texas: «Purtroppo per il momento abbiamo giocato poco perché alcune giocatrici di altre università sono risultate positive al Covid-19 – racconta Aurora -.In più a metà febbraio si è abbattuta nella nostra regione una violenta nevicata che ci ha bloccato per due settimane. È stata una tempesta inimmaginabile, le temperature erano sempre abbondantemente sotto lo zero e siamo stati chiusi in università senza elettricità e acqua calda per tre giorni».

Tennis che, nonostante l’imperversare da più di un anno della pandemia, è uno dei pochi sport – non essendo una disciplina di contatto - che non ha subito grosse variazioni e stravolgimenti rispetto al passato: «Noi quando scendiamo in campo ci dobbiamo attenere ad un protocollo simile a quello stabilito dal circuito ATP e WTA – afferma la tennista -. Non indossiamo la mascherina durante la partita ma solamente prima del riscaldamento, tra le variazioni forse più significative c’è quella di non poter stringere la mano all’avversario al termine del match».