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SPECIALE GIOVANILI - Le società comasche alle prese con problemi economici e gestionali
Nell'incertezza sul futuro i dirigenti chiedono aiuti concreti per andare avanti
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Mar 1 Dicembre 2020 10.00
Momento di difficoltà anche per il calcio giovanile
Como,

Il momento difficile del calcio dilettanti non risparmia anche tutta l'attività giovanile, con molte socità che sono alle prese con varie problematiche, su tutte quelle economiche legate soprattutto al pagamento delle quote d'iscrizione da parte delle famiglie dei ragazzi. Abbiamo tastato il polso ad alcune delle più importanti realtà della provincia, per capire i problemi del momento e le speranze nel futuro...

 

 

 

 

C'è chi nella ripartenza a breve ci crede poco e preferisce concentrarsi sulle questioni economiche, che sono prevalenti in questo momento difficile. Poca fiducia in casa Serenza, come si può intendere dalle parole del direttore sportivo Roberto Andreotti: «Ci sentiamo bloccati e con poca speranza di riprendere a breve. Per ora resta tutto chiuso e onestamente è difficile prevedere cosa succederà nelle prossime settimane, ma rimango piuttosto scettico».

A livello economico la situazione non è facile: «Noi finora abbiamo avuto l’aiuto del Comune, ma di questi tempi trovare qualche sponsor che ti dia una mano è molto complicato. Come Serenza siamo una delle poche società che hanno scontato la quota d’iscrizione a tutti i ragazzi, passando da 250 a 200 euro. Eppure c’è stato comunque qualcuno che si è un po’ lamentato, vista l’incertezza del momento. Noi capiamo i genitori – conclude Andreotti – però in certi casi anche loro dovrebbero capire noi: nel Serenza siamo tutti volontari, che viviamo sulle quote d’iscrizione per poter mandare avanti al meglio la società».

Anche in casa Lomazzo è difficile guardare avanti in maniera positiva: «Credo che l’indirizzo non sia dei migliori – analizza il Responsabile del Settore Giovanile Claudio Chiaratti – sia per le prime squadre che per tutti i ragazzi: una ripartenza a febbraio la vedo difficile. Noi però fortunatamente a livello economico non abbiamo da pagare l’affitto del campo e ci sentiamo tranquilli». Questo non vuol dire che non ci debbano essere degli aiuti: «Soprattutto per chi ha costi di gestione degli impianti – conclude Chiaratti – e poi, in caso di una mancata ripartenza, proporrei anche che la federazione ci abbuonasse il costo dei cartellini di questa stagione in vista della prossima».

Tematica economica al centro della riflessione anche del presidente della Polisportiva Colverde Gianfranco Corradini: «Credo che quasi tutte le società si trovino in un momento di difficoltà economica. La federazione ha fatto poco lo scorso anno, nonostante la stagione chiusa in anticipo. Ora, con un altro campionato in dubbio, si corre il rischio che ci siano due stagioni di fatto nulle e tanti mesi pagati senza in pratica aver fatto attività. Gli stessi genitori a volte non si rendono conto delle difficoltà che abbiamo nel gestire tutte queste situazioni. Penso quindi – conclude Corradini – che sia proprio dalla federazione che dobbiamo aspettarci un aiuto più sostanzioso per superare questo difficile momento».

C’è chi nella ripartenza ci vuole sperare, come Enrico Bello, presidente della Libertas San Bartolomeo: «Se mi dicessero che si potesse ripartire tra gennaio e febbraio, sarei favorevole, perché noi abbiamo sempre fatto tutto secondo le regole – racconta lo stesso Bello –. Per ora facciamo attività online, ma ci rendiamo conto che non è la stessa cosa che farla sul campo. E’ chiaro che rimangono per tutti pesanti problemi economici: mi aspetterei un aiuto concreto. Lo scorso anno si è chiuso prima, quest’anno per ora non si è quasi giocato: io proporrei di far ripartire a costo zero il campionato 2021/22, perché molte famiglie in questo momento sono in difficoltà». Bello chiude con un altro appello: «Fare mente locale, parlarsi e cercare di risolvere i problemi. Mi viene in mente anche lo stato disastroso di molti impianti della nostra provincia: non sarebbe stato questo il momento buono per provare a ristrutturarli?».

Anche Giuseppe Maisto, presidente dell’Albatese, si augura di poter rivedere in campo i suoi piccoli atleti: «Se ci venisse data la possibilità di utilizzare almeno l’oratorio, noi saremmo pronti, abbiamo fatto e investito tutto il necessario per essere in regola. Speriamo che nel mese di gennaio ci possa essere qualche allentamento, per ora stiamo facendo allenamenti online ma sarebbe bello che i nostri ragazzi potessero ritrovarsi sul campo». Questioni economiche sempre in primo piano anche per l’Albatese: «Abbiamo appena ricevuto un contributo come Asd, che ci è servito per pagare gli allenatori nei mesi di settembre e ottobre – conclude Maisto –, però ci rendiamo conto che la situazione a livello economico non è facile, dobbiamo cercare di adeguarci nel miglior modo possibile».

Difficoltà economiche che non mancano anche in casa Cometa: «Le famiglie dei ragazzi ci avevano dato solo un acconto in quest’inizio di stagione – le parole del ds Achille Ostinelli – si tratta per noi di entrate vitali per poterci sostenere. E’ per questo che ci auguriamo che almeno in Lombardia le cose possano migliorare, in modo da poter tornare almeno ad organizzare gli allenamenti individuali. Noi facciamo quelli online, siamo molto ben organizzati con tutti i nostri allenatori, facciamo incontri di massimo 50 minuti con i ragazzi dove proponiamo esercizi e anche qualche gioco, ma si sente l’esigenza di fare qualcosa di diverso».

Riorganizzarsi è la parola d’ordine per tutti: «Ci siamo allenati quando si poteva, con allenamenti più o meno normali, con distanziamento – dice Francesco Angelini, presidente-allenatore del Sant’Agata -: al primo colpo di tosse, le famiglie hanno lasciato a casa i bambini, giustamente, ma io mi sono ritrovato a fare lezioni con due calciatori». Il presidente critica anche le richieste: «Ho trovato del tutto inutile il registro delle presenze: abbiamo avuto due casi di contagi tra i nostri ragazzi, ma Ats non ci ha mai chiesto nulla. Il tracciamento, di fatto non c’è stato». Con i genitori avete trovato un accordo? «Valuteremo cosa fare, se la stagione finisce così, restituiremo tutte le quote. Sperando però che la Figc restituisca qualcosa».  

«Ai genitori per ora abbiamo chiesto solo un acconto – assicura Mauro Bernardi, dg del Mariano -: per ora siamo abbastanza tranquilli, abbiamo coperto i costi fissi legati alle iscrizioni. Poi vedremo come evolverà la situazione. Dalla prima squadra in giù ci teniamo vivi e aggiornati, con video, proposte del preparatore atletico. Si fa quel che si può».

L’attività prosegue anche al Bulgaro, come conferma il responsabile Jury Bocconcello: «Tutte le squadre svolgono ore di lezione on line. I più piccoli si sono anche costruiti con il cartoncino i “cinesini”: facciamo cose semplici, ma almeno per i bambini è un’ora di attività fisica». «Avremo un occhio di riguardo per chi ha già saldato tutta la quota – assicura Roberto Soggia, presidente del Valbasca -, ma c’è chi non ha versato nemmeno gli acconti perché era nell’aria una chiusura. Spero che per ora le famiglie non mi chiedano il rimborso e che la federazione ci venga incontro».

 


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