Como,
Il calcio dilettanti sta vivendo uno dei suoi momenti più difficili di sempre. Il secondo stop forzato a causa della pandemia ha infatti gettato nello sconforto tutti: dai dirigenti ai tecnici, dai calciatori ai tanti appassionati. In pochi sembrano credere nella possibile ripartenza dei campionati a inizio 2021...
Perfino lo stesso Comitato Regionale Lombardia, che sta lavorando per far sì che il movimento si faccia trovare pronto in caso di ripresa, non ha potuto nascondere le proprie perplessità come ha sottolineato il presidente Giuseppe Baretti in occasione dell’incontro online con le società regionali di Eccellenza, Promozione e Prima categoria: «Deciderà il coronavirus quando potremo tornare a giocare». E, francamente, non può essere altrimenti. La situazione epidemiologica nel nostro Paese, che con questa seconda ondata abbiamo capito ancora meglio, è lì a ricordarcelo ogni giorno.
Comprensibile quindi lo scetticismo galoppante che negli ultimi giorni sta portando molti addetti ai lavori a credere che i campionati non ripartiranno, che la stagione sarà annullata e arrivederci (forse...) a settembre dell’anno prossimo. È la ribattezzata “ipotesi 4”, quella non contemplata tra quelle presentate dal Crl alle società (l'impraticabile stagione regolare e il completamento del girone d'andata con playoff-playout tradizionali o allargati), quella che nessuno vorrebbe vedere avverarsi ma che ad oggi sembra la più realistica.
Per certi versi sembra di essere tornati al primo lockdown, quando il pessimismo la faceva da padrone: «Sarà una mazzata per il movimento, almeno un terzo delle squadre che non si iscriverà più» dicevano i vertici della Lnd. Usciti dal tunnel, seppur giusto il tempo di un’estate, la gran voglia di ripartire ha però fatto registrare più iscrizioni dell’anno precedente. Ma questa volta è diverso perché, se è pur vero che qualche buona notizia potrà riaccendere la speranza di tornare presto in campo a giocare, dall’altro sono ancora troppi i problemi e le incognite.
A partire da un presidente della Lnd, Cosimo Sibilia, che - oltre ad essere di recente stato accusato di ricoprire un ruolo incompatibile con quello di parlamentare - sembra completamente disconnesso da quello che accade al di fuori dei palazzi romani e in Lombardia soprattutto, passando poi a un protocollo sanitario che, stilato da professionisti non avvezzi alla realtà sportiva dilettantistica e giovanile, deve assolutamente essere rivisto. Altrimenti è impensabile, qualora il virus allenti la morsa, sperare di poter tornare a giocare anche sola mezza stagione.
Tra tante incertezze però una certezza c’è: prima o poi si tornerà a giocare. E questo deve essere il faro per un movimento che rischia di andare alla deriva, senza più un orizzonte da inseguire.
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