Como,
Ha iniziato a fare triathlon quando, all'inizio degli anni novanta, la maggior parte delle persone pensava si trattasse di una gara di moto fuoristrada. Adesso Bruno Sorrentino è uno dei più apprezzati allenatori italiani e segue diversi atleti di spessore. Con un occhio di riguardo per il Pool Cantù e i suoi gioielli.
Un paio di mesi fa ha raccolto la grande soddisfazione dell'argento di Tommaso Gatti nell'europeo di triathlon cross. «Ho conosciuto Tommaso quando era un ciclista tra gli junior -spiega il comasco che nella vita di tutti i giorni è funzionario del settore sport al comune di Como -. Ho capito subito che ha delle grandi qualità che andavano incanalate. Così ho pensato al triathlon:in bici è forte, ha avuto un approccio facile al nuoto e, senza preparazione specifica, andava discretamente anche nel running. Ha margini di miglioramento, ma adesso per lui viene il difficile».
Sorrentino è il "colpevole" del passaggio del Pool Cantù alla triplice. «Una mano me l'hanno data i regolamenti che imponevano a ciclisti di valore come Figini e Fognini, di poter gareggiare solo come Amatori. Così ho proposto di partecipare ad una gara a Dongo: si sono divertiti ed hanno coinvolto anche il presidente Terraneo e il direttore sportivo Meroni ed è iniziata l'avventura».
Il triathlon, una passione nata a 18 anni. «Quando mi sono iscritto all'Isef ed ho deciso che il calcio (ho giocato nella Primavera del Chiasso) era per me uno sport minore -spiega -.Il ciclismo era di famiglia, con mio nonno e l'ho praticato da giovanissimo, sino a quando mia mamma me l'ha impedito dopo una brutta caduta. Le campestri mi piacevano e a nuoto me la cavavo». Una disciplina per tutti? «Che consiglio a tutti. Fa lavorare tutta la muscolatura e ti permette di non annoiarti negli allenamenti. Oltretutto puoi prepararti anche se hai qualche piccolo infortunio».
Con il Pool Cantù è iniziato un interessante Progetto Giovani. «Si può iniziare, con le dovute cautele, ovviamente, anche in tenera età, già a 6 anni -dice Sorrentino -.Noi siamo partiti, addirittura con due bambine che stanno facendo da traino per i colleghi maschi, che si stanno aggregando». Il momento dell'anno più atteso. «Quello del tradizionale Ironman. Questa volta sono andato a Cervia, e la soddisfazione più grande è quella di tagliare il traguardo».
G. Ans.
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