Como,
La guardia bresciana ex Cantù è passata da protagonista a panchinaro di lusso in Nazionale, ma si sta rivelando il cambio più sicuro, utile e decisivo per Pianigiani. Lo sanno bene i tifosi canturini, che hanno potuto ammirarlo negli anni passati, insieme ad un altro protagonista in maglia azzurra, Lele Cusin.
“Dai Pietro, tocca a te”, deve aver detto Simone Pianigiani tutte le volte in cui, in queste prime quattro gare di Eurobasket, guardando la panchina cercava sguardi pronti incrociando quelli del numero 4. Chissà poi quante volte Pietro se l'è ripetuto nella testa andando a sedersi sul cubo del cambio. Un richiamo, un'iniezione di fiducia istantanea e pochi minuti per approfittarne, per rendersi utile alla causa.
Re del plus-minus
Pietro (Aradori, per la cronaca) ha sempre risposto presente, con gli occhi e sul campo. Sguardo cattivo, tweet controllati e un ruolo nuovo da comprimario nel quale si è immedesimato senza fare problemi, sapendo che questa estate a portare la croce sarebbe stati altri. Senza riflettori puntati il 27enne bresciano è diventato importantissimo per gli azzurri nel corso delle prime queste 4 uscite. Dai 6 minuti d'impiego con la Turchia, nei quali comunque è riuscito a chiudere con un plus/minus positivo, 3 assist e un rimbalzo, la presenza in campo di Aradori è aumentata vistosamente: 20 con l'Islanda (5 punti e 4 rimbalzi), 18 con la Spagna (11 e 2 assist) e 23 con la Germania (6 punti, 9 rimbalzi e 3 assist per un +22 di plus/minus con il quale svetta su tutti), dove più che coi canestri è stato decisivo dando l'assist ad Hackett per il canestro sul finire del 1° tempo e catturando due rimbalzi offensivi nell'ultimo minuto del supplementare che hanno consentito all'Italia di allungare e vincere.
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