Promuovere il merito sportivo e dare continuità e stabilità alle società: è questa la linea guida della riforma dei campionati giovanili varata dal Comitato Regionale Lombardia della Lnd-Figc, che coinvolge le categorie dall’Under 14 all’Under 18. Il principio cardine è semplice e, sulla carta, rivoluzionario: chi vince una categoria con una determinata annata, nella stagione successiva disputerà la categoria superiore con lo stesso gruppo. Un cambiamento atteso da tempo, ma che tra gli addetti ai lavori sta già dividendo. Abbiamo raccolto le opinioni di quattro rappresentanti di società comasche.

Il direttore tecnico dell’Alta Brianza Andrea Ardito condivide l’idea di premiare il merito, ma non nasconde perplessità sulle tempistiche: «Sarebbe stato meglio dare delle linee guida per la stagione 26/27 e attuarla l’anno dopo». Per Ardito, l’entrata in vigore immediata rischia di incidere sulle scelte già effettuate in estate: «Noi, ad esempio, a inizio anno abbiamo deciso di far giocare qualche ragazzo sotto età in U15, a scapito delle possibilità di vittoria in U14 che però, dopo la riforma, è la categoria dal più alto peso specifico». Serve, insomma, un periodo di adattamento per permettere alle società di programmare senza stravolgimenti.

Più critico l’Alessandro Gini, responsabile dell’attività agonistica della Cittadella, che sposta il focus sugli effetti complessivi del sistema: «La FIGC dovrebbe interessarsi della salute delle società, che a loro volta si occupano della crescita delle singole squadre, quindi dei giocatori». E avverte: «C’è il rischio che le società medio-piccole si concentrino solo su una categoria, trascurando tutto il resto del settore giovanile». Gini, intervenuto anche durante la conferenza di presentazione, ha poi sollevato dubbi sulla filiera dell’Under 18: «Vincere il campionato non lascia in eredità l’accesso all’U18 e non conquista la Juniores Elite». La presidente del CRL Valentina Battistini ha promesso di fare tesoro dell’osservazione.

Non del tutto convinto neppure Cesare Bertolino, responsabile del settore giovanile del Mariano, soprattutto per quanto riguarda l’Under 17, con un quadro regolamentare – in particolare sulle retrocessioni – ancora da chiarire: «Anche ammesso che ci siano le retrocessioni, arrivare in alto non porta vantaggio perché l’U18 non la faremo in tanti, non ci sono spazi, mentre per tenere la categoria ci pensa l’U16».

Di segno opposto il giudizio di Diego Tosti, allenatore dell’U15 regionale della Valbasca, che accoglie con favore la riforma sia per il riconoscimento del merito, sia per le ricadute pratiche: negli ultimi anni la società lipomese ha vinto più campionati provinciali con diverse annate, senza però avere la possibilità di “difenderli” con lo stesso gruppo nella stagione successiva, perdendo così anche diversi giocatori attratti dall’opportunità di disputare un campionato regionale. Con la nuova formula, quel passaggio dovrebbe finalmente diventare automatico e più lineare.

La presidente del Crl Battistini ha chiarito che questo intervento rappresenta soltanto il primo passo di un percorso più ampio per migliorare il calcio giovanile regionale. La riforma, insomma, viene in parte apprezzata, ma lascia aperti interrogativi su modalità applicative, tempi e sostenibilità per le società.