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Como-Cagliari, Fabregas presenta la sfida: "Cagliari squadra fisica, voglio 20 punti prima della sosta"
Il tecnico sui nazionali: "Affronteremo il tema dopo la partita, che è importantissima"
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Ven 7 Novembre 2025 16.38
Cesc Fabregas ha presentato la sfida contro il Cagliari
Mozzate,

Il Como, reduce dal pareggio, addirittura con rimpianto, a Napoli (0-0), si appresta ad affrontare il Cagliari nell’anticipo di sabato 8 novembre alle 15, al Sinigaglia.

Alla vigilia ha parlato Cesc Fabregas, tecnico del Como, toccando vari temi e presentando di fatto la sfida alla squadra sarda...

 

 

Il Como ha quasi il doppio dei punti rispetto all’anno scorso. Cosa le sta piacendo di più e cosa meno?

“Difficile dirlo. Siamo ancora all’inizio della stagione, anche se un quarto di campionato è già andato. Penso che la squadra abbia avuto continuità nel gioco e nella crescita. Abbiamo più solidità, i ragazzi giovani continuano a farsi vedere e a migliorare. Valuto giorno per giorno cosa mi danno i ragazzi. La partita che abbiamo perso, le partite contro Genoa e Cremonese per come abbiamo perso i punti non mi sono piaciute. Non c’è niente di perfetto, questo è il calcio e dobbiamo abituarci”.

 

Se il Como continuerà così si può parlare di Europa?

“Niente è impossibile nella vita e nel calcio. Abbiamo fatto tante cose positive e anche negative. Nessuno pensava che la Fiorentina potesse essere ultima, nessuno pensava che il Leicester potesse vincere la Premier nel 2016, io per primo. Nello sport può succedere di tutto, più preparato sei e più chance hai di fare bene. Dobbiamo continuare con la nostra umiltà assoluta e la nostra voglia di lavorare.”

 

È sembrato quasi arrabbiato per il punto di Napoli. Il Como deve calciare di più in porta?

“Guardando la prestazione, uno step in più che dobbiamo fare è calciare di più in porta. Deve esserci tempo per tutto, da due anni lavoriamo su tantissime cose: vedo una squadra molto completa dopo due anni, adesso sto iniziando a vedere una squadra più dominante, ora ci aspettano e non vengono più a pressarci. Attaccare un blocco basso è totalmente diverso, adesso lavoriamo sull’attaccare in maniera diversa. Per questo c’è bisogno di tempo, questa è la bellezza del calcio: si può sempre migliorare e bisogna sempre adattarsi all’avversario. Per essere più completi dobbiamo calciare di più, ma anche capire come calciare.”

 

Come stanno Kempf e Goldaniga? Dossena quando rientrerà?

“Kempf è a disposizione, ha recuperato molto bene. Aveva un po’ di paura, si era gonfiata la caviglia. Ha fatto una risonanza ed è andata bene, può giocare. Goldaniga deve operarsi, aveva già problemi lo scorso anno. Ha un problema al tendine, ha fatto un trattamento tutta l’estate, adesso non può piu allenarsi e giocare senza operazione. C’è rischio grande che il tendine potesse rompersi. Abbiamo deciso tutto insieme per questa cosa, tornerà tra 2-3 mesi. A Dossena mancano ancora tre-quattro settimane di lavoro da solo, tra un mese potrebbe essere con noi, avrà bisogno ancora di tempo".

 

Il Cagliari non vince da settembre, ma la prestazioni ci sono. Che partita si aspetta?

“E' una squadra che lavora molto bene e ha tanta esperienza. Hanno fatto tante cose ultimamente, sono difficili da analizzare. Ha una struttura e un’idea molto chiara, davanti possono farti male. Hanno anche giocatori che possono entrare e fare la differenza. Hanno fatto una grandissima partita contro la Lazio. Se vogliamo stare in alto dobbiamo vincere queste partite: voglio vedere una squadra con personalità, che voglia continuare a vincere. Sarebbe un sogno arrivare alla sosta con 20 punti.”

 

Diego Carlos sta rendendo alla grande. Che giocatore vede lei?

“Lo conosco molto bene, al Siviglia era molto forte. Era una forza della natura qualche anno fa, veloce e vinceva ogni duello. In serie A ci sono tanti duelli, per questo non si vede tanto calcio. Deve migliorare ancora tante cose sul nostro modo di difendere, per questo non aveva giocato nell’ultima partita, non disputava da tanto tempo tre gare di seguito. Ci sta dando una grande mano, è un ragazzo d’oro entrato molto bene nello spogliatoio.”

 

Come valuta il lavoro di Pisacane? Si aspetta una partita decisa dagli esterni?

“Dipende da loro. Fabio lo conosco molto bene, abbiamo un rapporto incredibile. Abbiamo svolto il corso Uefa Pro insieme, l’ho chiamato dopo Verona per fargli delle domande. Felici lo conosco bene, abbiamo giocato contro di lui quando era alla Feralpisalò, era più forte del livello della B. Palestra è fortissimo, una delle sorprese del campionato. È una dele squadre più alte e fisiche d’Europa, dovremo essere bravi a fare il nostro gioco per portare la partita dalla nostra parte.”

 

Perrone e Diao convocati in Nazionale. Ha sentito i ct di Argentina e Senegal?

“Domanda difficile. Abbiamo una partita importante domani, non voglio parlare con i giocatori di questo tema. Io ho la mia idea, alla fine sono i giocatori che devono prendersi le loro responsabilità.”

 

Il Como ha avuto più possesso palla del Napoli, come leggere questo dato?

“Si può palleggiare per attaccare, si può palleggiare per rallentare. La partita con il Napoli è quella in cui abbiamo corso di più. Loro sono abituati a fare 70% di possesso, quando la palla la ha l’altra squadra a loro non piace perché sono campioni. Tenere la palla toglie l'abitudine al dominio a una squadra così. Avere la palla a Napoli ci ha aiutato a tenerli lontani dalla nostra porta, ma sono mancate cattiveria e l'ambizione di voler far gol. Non ci sarà mai una partita dove vorrò lasciare il possesso agli avversari.”

 

Si sta italianizzando inserendo un difensore alla fine?

“Si, perché voglio vincere. Continuo con la mia idea, se perdo la palla la voglio recuperare immediatamente.”

 

Tre esoneri in pochi giorni, che ne pensa?

“Si vede che il calcio piace perché ci sono cose che non si possono spiegare. Patrick ha lavorato per settimane e non è riuscito a vincere, l’allenatore subentrato ha vinto subito. Non si può spiegare, ci sono cose difficili da spiegare. Non mi piace quando si cambia allenatore, la valutazione di un allenatore andrebbe fatta dopo 38 giornate”.

 

La prova di Morata a Napoli ha diviso i tifosi, come lo valuta?

"Alvaro mi è piaciuto. Anche nel secondo tempo con l’Atalanta ha fatto bene, contro la Juve ha fatto una grande partita di sacrificio. Per me conta la voglia e l’atteggiamento, anche Douvikas sta migliorando sotto quel punto di vista. Io sono contento di entrambi, Alvaro sta crescendo; sono contento di come si sta ambientando al nostro gioco.”

 

Ha detto che è fondamentale concedere giorni di riposo ai giocatori. Ci spiega?

“Noi siamo diversi e stiamo facendo tutto da zero. Quando guardo indietro dico wow, una cosa sicura è che non siamo Inter, Milan o Juventus dove vedi vincere sempre. Noi ci godiamo il presente, siamo in un percorso di crescita dove proviamo a costruire quella mentalità che cerchiamo. L'altro giorno mio figlio ha segnato un gol decisivo in un torneo con il Como, mi ha fatto strano perchè me lo ricordo da piccolissimo tra le mie braccia. Vogliamo goderci ogni momento di questo percorso.

 

A Napoli, in occasione del rigore, Smolcic era a destra sullo spigolo dell'area. Scelta preparata?

“Doveva esserci anche Alex Valle a sinistra. Voglio pensare che sia un caso sbagliare i rigori: l'anno scorso ha sbagliato Cutrone, ha sbagliato Nico, che si può pensare sia il più bravo, ha sbagliato Morata. Tutti possono sbagliare un rigore, anche Messi e Ronaldo ne hanno falliti diversi. Morata se la sentiva. Per me, scegliere un unico rigorista, equivale a mettergli addosso troppa pressione; mi piace che un giocatore si prenda la responsabilità.”

 

Diao e Addai attualmente sono i due esterni più affidabili?

“Possono giocare tutti, insieme alla società volevamo creare una squadra dove ognuno potesse essere all’altezza dell'altro per mettermi in difficoltà nelle scelte".

 

LA STAGIONE DEL COMO

 


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