"Siamo felici che Mlan-Como si disputi in Australia". Non che ci fossero dubbi: il Como - per bocca del presidente Mirwan Suwarso - si è detto favorevole alla trasferta a Perth per la sfida di campionato contro i rossoneri.

Il manager indonesiano, intervenuto al Portugal Football Summit, ha parlato anche di Nico Paz. Ma anche di mercato e di obiettivi, ammettendo che "per quest'anno, i soldi da investire sono finiti"...

Mirwan Suwarso a 360 gradi. Il presidente del Como è intervenuto al Portugal Football Summit. Intervistato a margine da Sportitalia, ha spaziato. Confermando tutto il proprio favore alla trasferta australiana per Milan-Como. E molto altro.

Milan-Como a Perth

“Siamo felici di essere a supporto della Lega, è un loro iniziativa per rendere il calcio italiano sempre più internazionale. Quindi come parte della Lega siamo molto felici di dare il nostro contributo. Giocare più spesso all’estero? Non è il mio lavoro, sarebbe una decisione che deve prendere la Lega, ma come membro dovrei dare il mio voto come tutti i 20 club della Serie A. E qualunque sia la decisione presa la seguiremo. Se la Fifa e la federazione Australiana approvano farebbe parte dei nostri piani portare parte dei nostri tifosi a seguire il match con il Milan, come abbiamo fatto quando siamo andati in America due anni di fila, in North Carolina“.

Il futuro di Nico Paz

“E' una situazione che abbiamo concordato fin dall’inizio. Al Real Madrid è permesso ricomprarlo ogni volta che vuole. Sta poi a Nico decidere cosa vuole fare del suo futuro. Noi siamo molto felici di averlo, vorremmo costruire una casa per lui a Como ovviamente. Ha scelto di rimanere in questa stagione e ce lo godiamo giorno per giorno. Vediamo come andrà, se tornerà a Madrid la prossima stagione. Il Real Madrid ha tutto il diritto di farlo. Resterà con noi? Dipende se Nico lo vorrà o no“.

Gli obiettivi del Como

“Mi fa ridere quando la gente parla di obiettivi nel calcio. Non ci interessa. Siamo qui per costruire un business e una squadra di calcio sostenibile. Compriamo giovani giocatori perché vogliamo far crescere il loro valore ed eventualmente venderli. Vogliamo un club che sia bello da vedere. Se vinciamo, grande! Se arriviamo al 7°, 8° o 6° posto, fantastico! Ma non perdo il sonno per questo. I proprietari non hanno mai messo un obiettivo dove arrivare: ovviamente dobbiamo rimanere in A, ma dovremmo assolutamente seguire la nostra priorità che è far crescere gli introiti così che i proprietari non debbano continuare a mettere soldi, perché altrimenti non è un business, è un ego, un’ambizione. Non siamo nel business dell’ego, vogliamo creare una squadra di calcio sostenibile che non richieda ogni volta iniezioni di capitali. Ci vorrà molto tempo, duro lavoro, ma entrare in Europa o in Champions è l’ultimo dei nostri obiettivi in questo momento: troppo presto“.

Il mercato di gennaio

"Abbiamo finito tutto il budget per questa stagione. La scorsa stagione è stata diversa, è stato il nostro primo anno e la squadra cambiava stile di gioco. Quando siamo arrivati in Serie A abbiamo giocato in un modo. Abbiamo comprato giocatori per giocare in un altro modo preciso. Improvvisamente abbiamo avuto Nico Paz, Perrone, Sergi Roberto, che hanno permesso a Cesc di creare un tipo di calcio diverso. Così a gennaio gli abbiamo portato calciatori più adatti al suo calcio. Il lavoro per questa stagione è già stato fatto tutto. Abbiamo ampliato la squadra dove eravamo incompleti nella scorsa stagione. Non abbiamo quindi nulla in programma per gennaio. Se finiamo a spendere lo stesso tipo di denaro o vicino a quello che abbiamo fatto lo scorso gennaio, offrirò il pranzo a tutti gli altri presidenti di Serie A: è una promessa“.

Il futuro di Fabregas

“Non credo che in nessun business tutti restino per sempre. Non solo nel calcio bisogna avere sempre un piano B, non solo per l’allenatore ma anche per tutti i dirigenti e come azienda lo facciamo è qualcosa che la proprietà sa che è obbligatorio fare. Hanno già qualcuno per sostituire anche me. So chi siamo noi, lavoriamo con tutti e li facciamo crescere, è lo stesso per il CEO, è lo stesso per ogni posizione dobbiamo sempre pensare a chi ti sostituirà se succede qualcosa. Fabregas non abbiamo mai pensato ci avrebbe lasciato, lui non è solo l’allenatore è un azionista ed è una persona che ha costruito la filosofia del calcio del club. Lui oltre a scegliere le persone che stanno nel club deve aiutare anche a scegliere il suo eventuale sostituto se un giorno volesse andare via“.

LA STAGIONE DEL COMO