Como,
Cesc Fabregas, al termine della vittoria del Como contro la Lazio (2-0), ha parlato a lungo in conferenza stampa. Il tecnico spagnolo ha toccato diversi temi: dalla crescita della squadra alla mentalità, dal cambio di sistema dovuto alle assenze fino al ruolo dei giovani.
Una vittoria di continuità
Fabregas parte dalla prestazione complessiva: “È stata una buona gara a livello di continuità. Questa è la mentalità, ma non succede in un giorno. Si prende tempo, ci vuole lavoro e pazienza. Nel calcio si pensa che spendere soldi equivalga a vincere subito, ma è una bugia. Dietro ci sono modelli di gioco, personalità, tecnica, tattica. Ci sono tante cose su cui lavorare, individualmente e come gruppo. Ogni anno dobbiamo crescere: il prossimo anno dovremo essere migliori, e quello dopo ancora migliori. Solo così diventi una vera squadra.”
Il cambio dopo la "strigliata" contro il Sudtirol
L’analisi entra poi nel vivo: “Dopo i primi 25 minuti in Coppa Italia ho dovuto alzare la voce. Non stavamo facendo ciò che avevamo preparato: distanze, movimenti, relazioni. Al cooling break e poi all’intervallo ho parlato molto seriamente con i ragazzi. Nel secondo tempo, invece, è stata forse la prestazione più dominante della mia carriera da allenatore: oltre l’80% di possesso palla, loro hanno calciato in porta due volte, una su rigore. Questo è quello che voglio vedere. Non mi importa solo del risultato, ma che la squadra creda nel piano di gioco ogni giorno. E oggi contro la Lazio l’hanno fatto.”
Energia e cambi decisivi
Fabregas sottolinea l’impatto dei subentrati: “Mi è piaciuta molto l’energia di chi è entrato. Quando giocatori come Sergi Roberto, Alberto Moreno o altri subentrano con questa mentalità, ti cambia il mondo. Nel calcio moderno chi entra può farti vincere o perdere la partita. Oggi i ragazzi hanno dimostrato di essere pronti. È stata una settimana fantastica di lavoro e sono contento che abbiano capito il messaggio.”
Emergenza esterni e scelte tattiche
La vigilia non era stata semplice: “Tutta l’estate abbiamo lavorato per giocare con due esterni, ma ieri mi hanno detto che Diao ha un problema e che Addai non poteva giocare più di 15-20 minuti. Ho dovuto cambiare i piani, e stamattina lo staff mi ha detto che non era disponibile. Ho preso una decisione diversa, qualcuno era d’accordo nello staff, qualcuno meno, ma dentro di me l’ho sentita giusta. E ha funzionato. Un’altra volta magari non funzionerà, ma crediamo in tutti: tutti devono sapere cosa fare in ogni ruolo, perché lavoriamo così. Questa partita lo ha dimostrato.”
Giovani protagonisti
L’allenatore ha speso parole di elogio per i più giovani: “Abbiamo tanti ragazzi che vengono dall’Under 19, dall’Under 20, che stanno iniziando ora la carriera da professionisti. A volte sbagliano, ma hanno fame, voglia di imparare e personalità. È un orgoglio lavorare con loro. Per esempio, oggi qualcuno ha fatto una partita devastante in difesa: è giovane, ma ha dimostrato di saper reggere la pressione. Spero che quando sbaglierà avrà la stessa mentalità per rialzarsi.”
Mentalità e crescita collettiva
Il filo conduttore è sempre lo stesso: la mentalità. “Voglio una squadra che non perda mai la fame. Chi non gioca deve arrabbiarsi con me, non entrare in campo senza energia. Non siamo Messi, non siamo Ancelotti: dobbiamo avere i piedi per terra e dare tutto. Dopo si può sbagliare un passaggio, un controllo, ma non si può sbagliare atteggiamento. Questo non lo perdono.”
Difesa, organizzazione e dettagli
Fabregas ha anche analizzato la fase difensiva: “Abbiamo concesso pochissimo, quasi nulla. Solo in un paio di situazioni dovevamo scappare prima sulla linea difensiva, e in occasione del gol annullato potevamo leggere meglio la situazione. Ma nel complesso sono soddisfatto. Anche chi ha giocato fuori ruolo ha fatto bene, dando equilibrio e tranquillità. Questo dimostra che il lavoro tattico paga.”
Testa già a Bologna
Lo sguardo si sposta subito alla prossima sfida: “Ora ripartiamo: domenica c’è il Bologna, una squadra che non è cambiata molto e che l’anno scorso ha fatto un percorso straordinario, vincendo la Coppa Italia e giocando la Champions. Sarà durissima, dovremo fare un’altra prestazione di altissimo livello per vincere.”
LA STAGIONE DEL COMO
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