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Milan–Como in Australia: la Figc dice sì, ma i tifosi non ci stanno. C'è delusione
Approvata la richiesta della Lega Serie A, che ha dovuto spostare l’incontro per via dell’indisponibilità di San Siro
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Gio 10 Luglio 2025 19.16
Addio al match di San Siro?
Como,

Ora è quasi ufficiale: Milan–Como, gara valida per la Serie A 2025/26 in programma nel weekend del 7-8 febbraio 2026, si giocherà a Perth, in Australia. La FIGC ha approvato la richiesta della Lega Serie A, che ha dovuto spostare l’incontro per via dell’indisponibilità di San Siro, impegnato il 6 febbraio con la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina.

 

 

 

 

Un evento storico (forse)

Se tutte le autorizzazioni internazionali verranno concesse – quelle di Football Australia, UEFA, FIFA e AFC – si tratterà della prima partita ufficiale di Serie A mai disputata fuori dall’Europa. Una vetrina globale per il calcio italiano, secondo la Lega, che ha scelto Perth anche perché il Milan vi ha già disputato un’amichevole contro la Roma nel 2024 e ne ha in programma un’altra contro il Perth Glory il prossimo 31 luglio.

Il presidente della Lega Serie A, Ezio Simonelli, ha parlato di “opportunità per promuovere il nostro campionato nel mondo, trasformando una necessità logistica in un evento globale”. Milan e Como hanno dato il loro consenso formale all’iniziativa.

 

I tifosi non ci stanno: “È questo il calcio della gente?”

Ma fuori dai salotti dirigenziali, l’umore è ben diverso. I tifosi di entrambe le squadre hanno accolto la notizia con una miscela di rabbia e delusione. Per i supporter del Como, in particolare, la partita a San Siro sarebbe stata un’occasione da non perdere: come nella passata stagione, sarebbero accorsi in massa, riempiendo il settore ospiti e colorando uno dei templi del calcio italiano.

Ora, invece, si ritrovano privati di un appuntamento tanto atteso, con l’unica alternativa di seguirlo in TV… magari all’alba. “Un’occasione in meno per esserci, per cantare, per difendere quei colori che portiamo ovunque”, scrive qualcuno sui social. “È questo il calcio che vogliamo? È il calcio della gente, questo?”, si chiedono in tanti.

La distanza, i costi, e il senso stesso di “appartenenza” sembrano oggi più lontani che mai. E una domanda resta sospesa: serviva davvero portare una partita di Serie A fino in Australia?

 

 

E il Como, cosa ci guadagna?

Sicuramente qualcosa in più del semplice onore: un cachet per la presenza, una visibilità internazionale, magari anche un’apertura a sponsor globali. Ma il rovescio della medaglia è tutto sportivo.

Un conto è volare in Australia per un’amichevole estiva, quando il ritmo è basso e la preparazione consente margine. Un altro è affrontare un viaggio intercontinentale nel cuore della stagione, con il campionato nel vivo e una classifica che potrebbe pesare. Il rischio? Scompensare i bioritmi dei giocatori, affrontare jet lag e adattamento climatico, magari pagandone le conseguenze per settimane.

È lecito domandarsi: ne vale davvero la pena?

 

 

 

 

 


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