Como,
In conferenza stampa, l'allenatore del Como Cesc Fabregas ha presentato Como-Torino, partita valida per la trentaduesima giornata del campionato di Serie A in programma domenica alle 18 al Sinigaglia...
A FINE ARTICOLO, LA CONFERENZA STAMPA INTEGRALE DA MOZZATE
È CRESCIUTO L’APPEAL DEL COMO A LIVELLO INTERNAZIONALE?
«Sono stato a Londra, ho visto una persona in aereo con la maglia del Como, e anche uno a passeggio. È bello vedere queste cose».
CHE TORINO ATTENDERSI?
«Non è facile analizzare le altre squadre, per via dei cambiamenti che hanno fatto. Ma ultimamente giocano a quattro con Casadei ed Elmas che hanno portato qualità alla squadra. L’importante è andare a giocare con la mentalità giusta, con la convinzione di provare a vincere sempre».
TANTA QUALITÀ IN ATTACCO PER IL COMO, COSA ASPETTARSI?
«Dobbiamo fare una finale di stagione in crescita. Cambiare modulo no, abbiamo deciso di giocare con questo stile. E se questo ti ha portato all’obiettivo o comunque vicino non si cambia. Si va avanti così».
COSA FARÀ FABREGAS L'ANNO PROSSIMO?
«Prossima domanda? Ho il focus sull’obiettivo, sapete che qua al Como sono molto contento».
VOJVODA E I GIOCATORI CHE STANNO MIGLIORANDO A COMO
«Noi puntiamo a portare a Como giocatori adatti al nostro stile di gioco. Ci sono state scelte difficili, anche sbagliate lo scorso anno. Ma ora è tutto chiaro. Sono contento di chi arriva e ha un impatto immediato sulla squadra».
IKONÈ POTRÀ ESSERE UN UN PROGAGONISTA DEL NUOVO COMO?
«Lo conosco bene, l’ho affrontato in Francia, è forte in cose in cui noi abbiamo bisogno: ha personalità, dà continuità al gioco. Sa che deve migliorare in fase difensiva. Se è amato, dà tanto. Quando non si sente protagonista, perde un po’ di fiducia. Fa parte del mio lavoro metterlo in condizione di rendere al meglio. In partite in cui sei dominante, o in campo aperto, allora è a suo agio. Se messo nel contesto giusto, con quello che vogliamo fare, diventerà un giocatore forte. Se resterà non so dirlo ora, dipenderà molto da lui. La compatibilità con Strefezza? Possono coesistere, ma senza Paz. Strefezza è il giocatore più utilizzato, è forte, ha una grande mentalità, ha fatto anche il terzino destro. Mi fido tanto di lui. Anche in corsa possono giocare insieme».
DIAO È ANDATO MEGLIO CON IKONÈ?
«Può essere. Anche con l’Empoli lui ha provato a saltare l’uomo e a fare cose diverse. La sua presenza è importante, ricordiamo che ha 19 anni, alcune volte farà tutto bene, altre volte mancherà in qualcosa. La cosa che colpisce è la personalità, come sta gestendo tutto quello che sta succedendo intorno a lui. Come Paz».
LA PERCENTUALE DI CRESCITA DELLA SOCIETÀ?
«Continuo a dire che due anni fa eravamo lontani da quello che è l’ambizione della società. Ora c’è disciplina, cultura e rispetto del lavoro. Fatto questo, poi si parla di calcio. Serve creare le basi, per avere una grande struttura. Io sono orgoglioso di questo, manca qualcosa, piano piano ci si sta adattando bene, i giocatori stanno acquisendo tutti la stessa mentalità. Siamo lontani però da quello che vogliamo fare».
QUANTI PUNTI MANCHEREBBERO AL COMO?
«È un calcolo che non mi interessa: abbiamo perso qualcosa per il Var, per un palo, per la qualità dell'avversario. Noi dobbiamo crescere nella performance, soprattutto dobbiamo essere più bravi a sfruttare le occasioni da gol. In questo si può migliorare per vincere di più».
KEMPF, COSA SUCCEDE?
«Ha avuto un momento di difficoltà, lo sa anche lui. Io credo in lui. Con l’Atalanta non era al top, abbiamo preso due gol da Retegui ed era il suo uomo. Dopo l’infortunio non è rientrato al massimo della condizione e bisogna anche accettare di non essere nel momento migliore. Si è ritrovato a Monza dopo l’errore del primo tempo. E ha fatto una grande ripresa. Ha trent’anni, può migliorare ancora e sta facendo cose che in passato non ha mai fatto».
TRE ESTERNI A DESTRA, È UN PROBLEMA?
«A me, come allenatore, piace lavorare con 20-22 giocatori, di più si possono creare situazioni difficili da gestire. Con quattro terzini destri, Van der Brempt, Smolcic, Vojvoda e Iovine è difficile: li stiamo anche provando, in caso di emergeza, come centrali. Siamo intervenuti sul mercato a gennaio: eravamo in difficoltà, c’era Van der Brempt infortunato, per essere sicuri ne abbiamo presi due, Smolcic e Vojvoda. Chi gioca? Non lo dico a loro, fino a due ore prima della partita. Ovvio, dispiace per chi sta fuori. Sono più o meno tutti allo stesso livello pe fare i centrali difensivi».
VALORE DELLA ROSA AUMENTATO, C’È ANCHE UNA STRATEGIA?
«È Difficile rispondere. Stiamo cercando di andare sui giovani, di talento, che non giocavano: qua fanno bene e ovviamente ne aumenta il valore. Non c’è la mentalità di speculare e vendere, vengono qua per far crescere e migliorare la squadra. Poi ovvio, può arrivare il Manchester e chiedere Diao offrendo 40 milioni, ma non è detto parta. L’obiettivo è creare una strada, con giocatori funzionali alle caratteristiche, lavorando con loro. Ovviamente il valore aumenta, ma la cosa importante è che loro siano giocatori giusti per noi».
ARRIVA UN TORINO MOLTO SOLIDO
«Hanno cambiato modulo, mi piace come squadra. Vanoli già l’anno scorso al Venezia mi piaceva, è allenatore con l'idea chiara del gioco che vuole proporre. Vanoli è stato assistente di Conte al Chelsea, l’ho avuto da calciatore. Legge bene il calcio e mi piace la sua idea. Sarà una partita difficile e diversa da quella dell’andata».
IL RECUPERO DI DELE ALLI?
«Ha fatto un discorso bello alla squadra dopo l’espulsione a San Siro. Ha avuto un problemino all’adduttore, questa settimana ha fatto bene. Si parte da zero, sperando che ritrovi il suo bel calcio. È pronto? Deve esserlo altrimenti opportunità non ne avrà mai».
DOUVIKAS QUANTO E' CRESCIUTO?
«L’opportuintà se la devono guadagnare tutti quando giocano e si allenano. Ora c’è tanta concorrenza, si lotta fino all’ultimo minuto della settimana. Se sbaglio io, mi giro in panchina e c’è la scelta e a questo dò valore. Douvikas è adatto al calcio italiano. Quante opportunità si è creato a Monza? Due-tre. Deve migliorare nella ricezione tra le linee, ma può diventare un grande attaccante. Abbiamo tante carte: Gabrielloni, Cutrone…».
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