Albavilla,
Tredici minuti che significano rinascita. Il 32' del secondo tempo di Albavilla-Uggiatese, partita giocata domenica 19 novembre nel girone G del campionato di calcio di Seconda categoria, è un momento che Andrea Roscio ricorderà per molto tempo.
"È stata una delle emozioni più forti che ho mai provato, soprattutto ripensando a quello che avevo dovuto passare. Appena entrato ero spaesato, poi dopo qualche minuto ho ritrovato un po' di confidenza", racconta il diretto interessato.
Il ventitreenne difensore dell'Albavilla, infatti, è tornato a calcare il terreno di gioco a tre anni di distanza, dopo un'autentica odissea costellata di gravi infortuni. Ben tre, tra rottura del crociato e del menisco a cavallo tra il 2016 e il 2020, quelli che hanno minato la carriera di un giovane talento, con alle spalle la trafila nel settore giovanile del Como, dai Pulcini fino alla Primavera, oltre ad aver vestito le maglie di Alta Brianza, Mariano e Pontelambrese.
Non solo, perché nel suo palmares spicca lo scudetto vinto dai lariani allenati da Massimo Cicconi nella stagione 2016/2017 nella categoria Allievi Nazionali Under 17. "Custodisco gelosamente maglia e medaglia di quell'anno magico. Il mister una delle persone più splendide, dentro e fuori dal campo, che abbia mai conosciuto. Ricordo anche la grande festa che ci dedicò la curva del Como, qualcosa di bellissimo", rammenta Roscio, però desideroso di guardare soprattutto al presente: "Spero che il ciclo di infortuni si sia concluso, perché ho voglia di divertirmi e sentirmi bene. Sono gli unici due elementi che mi interessano, al momento".
In questo, un ringraziamento il giovane difensore lo rivolge alla sua attuale squadra: "Mio padre, allenatore e che già conosceva l'ambiente, mi consigliò che poteva essere il posto giusto per ripartire. E così è stato, perché tutti mi hanno dato fiducia senza mai mettermi pressione, aspettandomi di settimana in settimana comprendendo la mia paura di farmi male di nuovo".
Il passato, però, non lo si può cancellare con un colpo di spugna. Anche perché di esperienze positive ce ne sono comunque state. Racconta Andrea Roscio: "Nel 2016, prima di una partita in Toscana per il campionato Allievi Nazionali, ci hanno invitato a visitare Coverciano, penso uno dei traguardi più alti a cui un giocatore può ambire. Ci siamo restati per mezza giornata, ma è qualcosa che ti rimane dentro per sempre".
E pensare che alcuni coetanei di Andrea, come Moise Kean e Raoul Bellanova, di cui ha incrociato la strada anni fa nei campionati giovanili, sono ora in pianta stabile nel giro della Nazionale.
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