Cantù,
Torna il derby Cantù-Varese: squadre in campo domenica alle 17 per una sfida sempre importante per i tifosi ma fondamentale per l'Acqua San Bernardo in questo momento.
La squadra in casa ha bisogno di cambiare marcia per trovare punti preziosi per la salvezza, coach Pancotto si aspetta una squadra determinata: «Un uomo, in questo caso una squadra, viene valutata quando si trova in difficoltà e per come riesce a uscirne. La società, la squadra e il sottoscritto hanno intenzione di dimostrare durezza mentale per uscire fuori da questa situazione. Vogliamo vivere il derby fino all’ultimo secondo, poi però c’è un campionato lungo da affrontare, non dimentichiamocelo».
Sarà un derby "monco" sugli spalti: divieto di trasferta per i residenti in provincia di Varese, come spesso è capitato negli ultimi anni. In dubbio Wilson per un problema muscolare a un aduttore.
LE PAROLE DI COACH PANCOTTO
«Parto dal presupposto che dovremo sia aggredire il momento che aggredire la partita. Il motto che avevo coniato qualche settimana fa, ovvero “aggredire per non essere aggrediti”, è adesso ancora più attuale e deve essere ancora più efficace in vista del match con Varese. Il derby dà motivazione, durezza mentale e tensione positiva, capacità che la squadra deve saper trasformare in campo, così come tramutare sul parquet la passione dei tifosi. Tuttavia, la trasformazione non deve prevedere l’aspetto emotivo, che deve rimanere sugli spalti, ma portare la squadra a usare cuore e testa, al fine di giocare una partita di grande consistenza, senza pause. Senza pause nel senso che dobbiamo migliorare nei quattro quarti di gioco complessivi, dobbiamo costruire la nostra durezza prima ancora della palla a due e mantenerla per tutta la durata dell’incontro».
«Ritengo che Varese sia un’avversaria esperta nei punti chiave, con un quintetto di giocatori “campionato”, frase che cerco di spiegare così: i loro titolari sono giocatori che a ogni partita riescono a fare ciò che ci si aspetta da loro. Magari non cose eccezionali, straordinarie ma cose continuative nel tempo. A questo si aggiunge una panchina di grande consistenza. Una squadra allenata molto bene da coach Attilio Caja che, ormai, da quattro anni conosce tutto di Varese: dai ciottoli che ci sono lungo le strade della città alle poltroncine del palazzetto e tutto il resto. Questo può dare ancora più identità a una formazione e si vede che c’è grande conoscenza all’interno della squadra. Varese è un’avversaria che tira molto da tre, più da tre che da due, oltre a essere una squadra forte nei rimbalzi offensivi. È, infine, una formazione che può contare su ben sei giocatori in doppia cifra».
«Noi dobbiamo avere l’intensità e l’attenzione a ogni singolo aspetto sopracitato, non c’è né uno in particolare su cui abbiamo messo più enfasi, perché anche la nostra squadra ha delle caratteristiche: dalle poche palle perse alla propensione a rimbalzo nella metà campo offensiva, alle buone percentuali da due, i quarti positivi e altro. Perciò viviamo momento dopo momento, senza concentrarci su una situazione in particolare ma, piuttosto, sviluppando la partita».

@Lariosport © riproduzione riservata
|