Como,
L’emozione è identica, cambiano solo esperienza e location. Anche le ginocchia da curare, in fondo, saranno (quasi) le stesse. L’ortopedico comasco Andrea Panzeri, 47 anni, chirurgo del ginocchio all’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, è in Corea del Sud, per partecipare alla sua quarta Olimpiade. Torino 2006, Vancouver 2010, Sochi 2014, ora Pyeongchang 2014. E lo farà, ancora una volta, come responsabile dello staff medico della Fisi, la federazione sport invernali, al fianco della Nazionale italiana di sci e snowboard.
Sarà a strettissimo contatto con gli atleti di punta della spedizione azzurra, gli sciatori in gara per entrare nella storia – si spera – conquistando una medaglia. «Le sensazioni sono positive – ammette il medico comasco -, chiaramente la mia prima Olimpiade in Italia è stata molto particolare per l’entusiasmo con cui l’ho vissuta. Ora c’è più consapevolezza, certamente maggiore esperienza, ma un avvenimento così è sempre un’occasione di crescita professionale interessante e stimolante».
Panzeri segue gli atleti anche durante le gare di Coppa del Mondo, ma l’Olimpiade è tutta un’altra cosa: «Ci si confronta con culture diverse e anche con medici specializzati in altri sport, come fondo, slittino e bob. E poi c’è il villaggio che, come sempre e questa volta ancora di più, sarà un mondo a parte: è previsto un elevato livello di sicurezza. È come se fosse un’enclave in Corea, con un proprio ospedale, una propria mensa e tutti i servizi necessari al suo interno».
Ancora una volta, la Federazione ha dato carta bianca a Panzeri, affiancandogli un medico valdostano e uno trentino, oltre ai due medici del Coni: «È un grande onore e una grande responsabilità. I protagonisti sono gli atleti, ma anche noi siamo parte della “macchina” e siamo molto coinvolti, anche emotivamente, in tutto quello che succede». L’Olimpiade è stata preparata a puntino, anche con nuovi esami anche di tipo ematico sugli atleti.
Come stanno gli azzurri dello sci? «Direi bene, stiamo monitorando tutti cercando di tenere lontane le forme influenzali tipiche di questo periodo. A livello fisico, la Goggia è caduta a Cortina, ha un risentimento al ginocchio ma stiamo gestendo il recupero, mentre Innerhofer si è ripreso dalla caduta a Garmisch».
Anche Panzeri è convinto che l’Italia abbia ottime chance, sia in campo maschile sia femminile, di conquistare una medaglia: «Per esperienza dico che le Olimpiadi fanno storia a sé, perché è una gara secca e molto dipende dallo stato di forma e dal livello di emotività dell’atleta. I nostri hanno una più che discreta esperienza, molti sono già stati in gara a Sochi. E ci sono speranze nella velocità con Fill, Paris e Innerhofer, vedo bene anche la Goggia e la Brignone in gigante, con una squadra che può puntare alla medaglia anche con la Bassino e la Moellg. E se vince un atleta che hai curato, la soddisfazione è doppia».
LE OLIMPIADI SUL SITO DEL CONI

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