Como,
La città di Como piange la scomparsa di Gianpiero Della Torre, 88 anni, figura conosciuta e amata in tanti ambienti cittadini: dal quartiere di Lora al mondo dell’auto, dal calcio giovanile alla fede granata per il Torino. Si è spento nella notte tra sabato e domenica all’Hospice di San Martino, dove era ricoverato da oltre un mese.
Della Torre era molto più che un volto familiare a Como: è stato uno dei grandi amici del mitico Gigi Meroni, con cui ha condiviso storie e passioni indimenticabili, dalla celebre “Balilla” ritrovata in un cascinale fino agli anni di un legame che ha lasciato tracce profonde.
I funerali si terranno domani, martedì, alle ore 10 nella chiesa di Lora.
A ricordarlo, con affetto e gratitudine, è l’amico di una vita Luigino Nessi, che ha voluto tracciare un ritratto ricco di memoria e aneddoti. Il suo scritto lo riportiamo integralmente di seguito.
La storia delle città è fatta anche da personaggi “quotidiani”, gente che, sebbene non abbiano cariche particolari, sono presenti sia fisicamente sia con il loro pensiero e le loro attività nel tessuto sociale della nostra città.
Un personaggio “quotidiano”, conosciuto e amato da tanti, è stato senz'altro Giampiero Della Torre, che ci ha lasciato la notte tra sabato e domenica in un letto dell’Hospice di San Martino, che è stata, a causa del brutto male che avanzava, la sua casa per oltre un mese.
Personaggio conosciuto nel suo quartiere, Lora, dove aveva costruito una casa “strana”, quasi un castello con le sue torri grigie; personaggio nel mondo del suo lavoro, quello dell'auto, venditore apprezzato dopo aver svolto responsabilità in concessionarie della fabbrica di Torino, la Fiat; personaggio conosciuto nel mondo del calcio, allenatore e animatore del vecchio Lora. Il suo metodo, che lo aveva portato a tanti successi nel mondo giovanile, era quello semplice dei “poveri”: quando incontrava squadre superiori, invitava i suoi ragazzi a “pestà i burell”, le caviglie degli avversari, per limitare il più possibile risultati magari negativi.
Animatore, ricordo la sua mai dimenticata amicizia con Don Carlo Castelnuovo, allora vicario del suo quartiere: tanto “casino” positivo, fatto insieme a lui.
Personaggio conosciuto a Como, nella sua mai dimenticata San Bartolomeo, parrocchia dove era nato e aveva vissuto la gioventù: il CooBAR, il Torneo Wolkswagen, i colori della Libertas SB.
Personaggio a cui tanti ragazzi, ora giovani e uomini, devono dare tanto; per la sua fede granata — parlo del Torino — per la sua amicizia con Gigi Meroni: fu lui a trovargli la Balilla in un cascinale, fu lui a procurare la gallina che Gigi portava al guinzaglio, fu lui che poi, nel garage del Gerosa di Albate, curò e conservò quella auto mitica sino a trasferirla a Torino, al museo di Grugliasco.
Per questa fede sportiva, con l’US Albatese, Luigi Nessi, gli amici Battista Ghioldi, Tato Cairoli, Livio Prada, Celestino Meroni, Favini, Bressani e tanti altri ancora, promosse per trentacinque anni il Torneo a ricordo della “farfalla granata”: quanti ragazzi lo hanno vissuto e partecipato, quante squadre, quante società... è stato per anni il campionato d'autunno. Una cosa bellissima.
Una vita vissuta positivamente, con tante avventure, conquistata con la sua ironia, il suo sorriso e il suo impegno in tanti campi.
Ora, in Paradiso, raggiungerà la moglie che lo ha già preceduto; ritroverà tanti suoi amici; chissà se lì gli permetteranno di camminare con una gallina al guinzaglio, con il suo amico Gigi.
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