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VOLLEY - Passo indietro del presidente Crimella: Albese pronta a cedere il titolo sportivo
Dopo la retrocessione, un altro colpo di scena: "Nessuno ci ha dato una mano"
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Gio 15 Maggio 2025 09.30
Graziano Crimella, presidente del Cs Alba
Albese con Cassano,

La Tecnoteam Albese Volley Como è pronta a rinunciare anche alla Serie B1 femminile. Questo l’annuncio più importante fatto dal presidente Graziano Crimella nell’assemblea pubblica tenutasi lunedì sera nell’auditorium di Tavernerio, davanti a un centinaio di persone.

 

 

Il numero uno della società albesina ha parlato a cuore aperto, ripercorrendo gli ultimi anni di storia della società, fino alla cocente retrocessione di un mese fa. Un mese di pensieri e di riflessioni che hanno portato a una dura decisione.

“Mi faccio da parte – ha dichiarato –. Ho già fatto un’assemblea con i soci, chiedendo se qualcuno ha voglia di prendere il mio posto. Non mi diverto più. Avrei voluto che la pallavolo restasse un piacere, ma sta vivendo un cambiamento epocale e i costi sono insostenibili. Per questo, ho deciso di cedere gratuitamente il titolo sportivo di B1 a qualsiasi società comasca volesse farsi avanti. Resterò a dare una mano con le giovanili, ma la pallavolo a questi livelli non mi è più permessa”.

Una decisione dolorosa, presa in autonomia, che affonda le radici anche in una serie di dispiaceri che ha dovuto sopportare negli ultimi anni e che ha snocciolato nella prima parte dell’incontro. Uno, anche se non preponderante, è certamente l’ultima stagione. “Probabilmente ho qualche responsabilità per le scelte fatte nella campagna acquisti – ha ammesso Crimella –. Ma abbiamo cercato di mettere a disposizione della squadra tutte le risorse. Alla fine in campo ci vanno le ragazze, coadiuvate da uno staff tecnico. Ho chiesto loro come sia potuto succedere e non ho avuto risposte valide”.

 

 

 

C’è poi il rapporto con la nuova Amministrazione di Albese con Cassano, la cui Giunta era presente, quasi al completo, all’incontro. “Per giocare in A2, al PalaFrancescucci, abbiamo dovuto spostare la sede legale – ha spiegato il presidente –. Nel nostro nome, però, Albese è rimasta, così come è rimasto il simbolo del Comune sulle maglie. Siamo a tutti gli effetti una società di Albese. Eppure l’attuale Amministrazione ci ha sempre considerati come esterni. Non l’ho mai vista al palazzetto. Ma soprattutto, ha deciso di applicarci le tariffe di una società non di Albese. Per far giocare le ragazzine del settore giovanile per quattro mesi, ci siamo visti arrivare una fattura di 17mila e 600 euro. Mi ha lasciato amareggiato. Abbiamo portato il nome di Albese in giro per l’Italia: con un po’ di buon senso si sarebbe potuti arrivare a una soluzione diversa”.

Ultimo motivo, ma non meno importante, la mancanza di un sostegno da parte del territorio. “Negli anni di A2, gran parte del supporto economico alla squadra è arrivato dalla mia azienda, la Tecnoteam, e da amici, fornitori, clienti legati ad essa – ha fatto presente Crimella –. Ho lanciato più appelli, ma il territorio, nonostante più di 400 aziende che fatturano più di 10 milioni, non ha mai risposto. A fronte di questo, ho dovuto prendere una decisione dolorosa”.

Una decisione che, al momento, sembra irrevocabile e che segna la fine di un capitolo della storia del Cs Alba fatto di pallavolo di altissimo livello.

 


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