Tavernerio,
Cinquecento presenze ufficiali in prima squadra tra campionato e coppa. È un prestigioso traguardo quello festeggiato al termine della stagione nel girone B di Eccellenza dal capitano dell’Alta Brianza Matteo Viganò, che a 34 anni ha ancora voglia di giocare e divertirsi. Nella partita conclusiva del suo terzo anno a Tavernerio, vinta 2-1 con l’Olginatese, è stato omaggiato dalla società con una maglia celebrativa con il numero 500.
“È stata una sorpresa, non me l’aspettavo – racconta –. Mi ha fatto un enorme piacere e devo ringraziare la società e i compagni. Non posso che essere felice del percorso fatto fin qui. Mi ha fatto crescere, non solo a livello calcistico ma anche come persona. È un orgoglio raggiungere un numero come questo ma, dall’altra parte, mi fa rendere conto del tempo che passa”.
Neanche a farlo apposta, la festa è arrivata contro una delle sue ex squadre. Cresciuto nelle giovanili del Monza, con cui ha esordito in prima squadra, ma solo in amichevole, ha fatto il proprio debutto in Serie D proprio con l’Olginatese, a 17 anni e mezzo. Per la prima parte della carriera ha alternato D ed Eccellenza, tra Olginate e Seregno, per poi giocare cinque anni e mezzo alla Pro Sesto. Dopo sei mesi al Milano City è tornato all’Olginatese, per approdare infine all’Alta Brianza nel 2022.
Ma nonostante il chilometraggio sulle gambe, anche nell’ultima stagione è stato un titolare inamovibile, saltando solo due gare per squalifica e una per infortunio. “Per fortuna il fisico regge ancora bene – dichiara Viganò –. Il calcio è sempre stato la mia passione e finché regge vorrei continuare”. A maggior ragione dopo un’annata iniziata male ma che, nella seconda parte, ha vinto l’Alta Brianza tenere il passo delle più forti, rimontando e chiudendo al nono posto.
“Abbiamo iniziato con tanti cambiamenti – spiega –. Eravamo una squadra molto giovane, a parte me, con un mister alla prima esperienza. Purtroppo abbiamo incontrato diverse difficoltà ed è stato lui a pagarne le conseguenze. Noi poi siamo riusciti a compattarci, siamo stati onesti con noi stessi, abbiamo capito cosa non andava e iniziato a remare tutti nella stessa direzione. Non nascondo che all’inizio ero molto preoccupato, ma poi ci siamo salvati con due gare di anticipo”.
E così la partita numero 500 ha potuto essere una festa vera, per capitan Viganò e per tutta la sua squadra. “Tra queste non ne ho delle preferite – conclude –. Anche perché sono tante e non le ricordo. Porto nel cuore le stagioni. Le vittorie dei campionati di Serie D ed Eccellenza, ma anche le salvezze in anni duri, come questa”.
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