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CAOS CENTRI SPORTIVI - Ultimatum del Comune di Como: "Un mese per saldare gli arretrati"
La Pec di sollecito inviata alle società ha creato scompiglio, i club fanno quadrato
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Sab 14 Ottobre 2023 12.30
Comune-società sportive, cortocircuito
Como,

Cortocircuito in vista tra le società sportive dilettantistiche della città, concessionarie degli impianti sportivi legati a calcio e rugby, e il Comune di Como.

Il 27 settembre, i club hanno ricevuto una pec dal Settore Sport, a firma del dirigente Andrea Romoli Venturi, in cui sono state invitate entro trenta giorni a procedere alla voltura delle utenze nei centri sportivi, ora intestate al Comune, ma che le società stesse avrebbero dovuto cambiare nel corso degli ultimi cinque anni.

Non solo, nella mail il Comune chiede anche «il rimborso dei costi delle utenze sostenuti fino alla voltura»: dalle stime, sarebbe una cifra vicina ai 500 mila euro. 

 

 

Non sono giorni facili per le società sportive della città di Como, concessionarie di impianti sportivi. La Pec inviata dal Comune ha creato scompiglio, ma ha anche creato un fronte comune per affrontare... il Comune. 

Di che si parla? Di spese per utenze (acqua, luce, gas) anticipate dal Comune nel corso degli anni, dal 2018, e che ora l'amministrazione chiede vangano rifondate. Si chiede anche di procedere alle volture di queste utenze, in capo alle società concessionarie.

Nessuno in questi anni avrebbe chiesto conto di queste cifre, nessuno avrebbe effettuato controlli. Ci sono state anche promesse, lavori programmati e non effettuati o rimandati, oltre a una cronica mancanza di ordinaria manutenzione.

Per questo motivo le società si sono riunite e proveranno a trattare

Entro fine mese, il  sindaco - nonché assessore allo Sport - Alessandro Rapinese, si aspetta che le società regolarizzino la propria posizione: "Altrimenti si ritroveranno impianti al buio, al freddo e senza acqua", ha detto, intervistato da La Provincia. 

Le società chiamate in causa sono Albate Hf, Libertas San Bartolomeo, ArditaCittadella, Ardisci&Maslianico, Us Tavernola, Ac Sagnino e Rugby Como. I centri sportivi in questione sono il “Meroni” di Albate, il campo a 7 di Prestino, il campo di via Spartaco e i centri di Lazzago, Tavernola e Sagnino, oltre al "Belvedere" di Camerlata per il rugby.

La questione è complessa, nel senso che ci sono concessioni anche molto differenti tra loro, alcune "ufficializzate" addirittura con tre anni di ritardo. In alcuni casi non era presente nel contratto l'obbligo di volturare le utenze. E c'è anche chi, a fine settembre, non ha ricevuto la Pec in questione. 

Inoltre, alcune società - a proprie spese - hanno effettuato negli anni migliorie, chiedendo ora che questi interventi vengano in qualche modo riconosciuti e valutati in compensazione con quanto dovuto. 

C'è anche chi, come il Rugby Como, ha fatto fatto emergere alcuni dettagli non da poco: "Dal 2018 in avanti non è più stato richiesto alla nostra società il conguaglio delle utenze; tuttavia, consapevoli del fatto che vi sarebbero state prima o poi somme da corrispondere a tale titolo, abbiamo accantonato a bilancio nel corso degli ultimi cinque anni di gestione quello che potevamo ragionevolmente prevedere che ci venisse chiesto di pagare, il tutto senza però mai ricevere nel corso di questi anni alcuna quantificazione da parte dell’amministrazione comunale né avere mai avuto evidenza degli effettivi consumi di energia, acqua e gas malgrado le nostre plurime e reiterate domande in tal senso. Tant’è che ad oggi nemmeno conosciamo chi siano i fornitori di energia e gas del centro sportivo a noi concesso in gestione e, soprattutto, quale sia l’importo dovuto a saldo".

La linea delle società di calcio, che sta emergendo in queste ore, sembra chiara: "Siamo pronti a pagare, ma ci aspettiamo anche che il Comune faccia la propria parte: nelle concessioni ci sono obblighi per entrambi". 

E certamente avanzeranno anche questioni "morali", sostenendo la loro funzione sociale: si parla di circa 2-3 mila tesserati, in larghissima parte under 18.  

La questione va avanti, sicuramente ci sarà una richiesta di un incontro chiarificatore con il Comune. Intanto, la scadenza si avvicina. 

 


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