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AMARCORD - Ricordando il 1985/86, la miglior stagione in assoluto del Como
Mercoledì al Sinigaglia torna la Samp, il ricordo della semifinale di Coppa Italia
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Ven 22 Settembre 2023 08.00
Ricordando il 1985/86, la miglior stagione in assoluto del Como
Como,

La stagione 2023/24 è la terza consecutiva in Serie B per il Como. Una stagione che, dopo sette anni dalla rifondazione e dalla ripartenza in Serie D, i tifosi sperano possa confermare alcune certezze. Dopo la conferma in panchina di Moreno Longo, subentrato l’anno scorso a Giacomo Gattuso dalla settima giornata, l’obiettivo minimo è quello di confermarsi in questa categoria, senza nascondere l'ambizione di volre alzare l’asticella e centrare una qualificazione ai playoff, solo sfiorata all'ultimo nella scorsa stagione.

Le ultime due presenze nella serie cadetta hanno registrato due tredicesimi posti (2021-22 e 2022-23) e, secondo i siti non aams sicuri, ad oggi il Como lotta per una posizione di metà classifica. La quota sul mercato Antepost/Vincente Serie B degli Azzurri è data a 33, davanti a Cittadella, Brescia e Cosenza a 50; Ascoli, Ternana e Reggiana a 75; Feralpisalo e Lecco a 150. Una eventuale retrocessione viene bancata, invece, a 6.50, mentre la promozione in massima serie viene offerta a 10.

È ancora presto per avere un riscontro sul campo, poiché il campionato è iniziato da poco e i risultati sono ancora altalenanti. Quel che dispiace è apprendere che a oggi i lariani sono già fuori dalla Coppa Italia. La sfida contro il Lecce valida per il primo turno, ovvero i trentaduesimi, è terminata con la vittoria dei giallorossi per 1-0 grazie a un gol di Almqvist al 27’. Una supremazia per i padroni di casa evidente e un risultato che, tutto sommato, era prevedibile. La sconfitta contro i pugliesi è però arrivata mantenendo la dignità di una squadra con minori risorse e capacità tecniche, e lanciando buoni segnali per il prosieguo della stagione.

I sogni dei tifosi e della dirigenza sono rivolti agli anni Ottanta, quando ci fu il massimo splendore della squadra lombarda. Era la stagione 1985-86. Sulla panchina biancoblù sedeva Roberto Clagluna, nato a Pisa il 10 ottobre del 1939 e già tecnico di Lazio, Sambenedettese e Roma. La squadra veniva da una promozione in Serie A avvenuta nell’83-84 e da un convincente e inaspettato 11° posto conquistato da Ottavio Bianchi, impreziosito ulteriormente dal record di minor numero di reti subite in casa (solamente due), attualmente ancora imbattuto.

Dunque, c’era grande aspettativa per l’inizio della nuova stagione. Oltre al nuovo tecnico, furono acquistati il brasiliano Dirceu José Guimaraes dall’Ascoli per sostituire Hans Muller; il portiere Mario Paradisi (per sostituire Giuliano Giuliani ceduto al Verona); Luca Mattei e Luca Moz. Importante anche il ritorno di Stefano Borgonovo dal prestito alla Sambenedettese. Confermati, inoltre, Luca Fusi, Dan Corneliusson, Stefano Maccoppi, Massimo Albiero, Pasquale Bruno, Antonio Tempestilli, Francesco Casagrande e il resto della rosa.

La stagione non partì nel migliore dei modi: 4 sconfitte e 3 pareggi nelle prime sette giornate contro Napoli, Juventus, Verona, Bari, Fiorentina, Milan e Udinese. La prima vittoria arrivò il 27 ottobre 1985: 8ª giornata in trasferta ad Avellino. 1-4 per gli ospiti grazie ai gol di Bruno, Mattei e la doppietta di Corneliusson. Una prestazione che, però, non ebbe il seguito sperato. Altre due sconfitte e due pareggi precedettero la seconda vittoria in campionato. Un altro 1-4, stavolta a Lecce, l’8 dicembre 1985. Il girone di andata si chiuse con l’esaltante vittoria in casa contro l’Inter per 1-0 ed il pareggio all’Olimpico contro la Roma.

Nel frattempo, già dalla 10ª giornata, il presidente Gattei decise di esonerare Clagluna e sostituirlo con Rino Marchesi, ex calciatore di Atalanta, Fiorentina, Lazio e Prato e già allenatore, tra le altre, di Avellino, Napoli e Inter. Il tecnico di San Giuliano Milanese avrà il merito di risollevare una squadra sull’orlo del baratro e portarla, incredibilmente, al 9° posto in classifica a fine campionato. E non solo.

Il cammino in Coppa Italia fu altrettanto esaltante, conclusosi purtroppo nel peggiore dei modi. Dopo aver superato la Juventus agli ottavi di finale, grazie al 2-1 complessivo tra andata e ritorno, ed aver battuto anche il Verona campione d’Italia nei quarti di finale, la beffa arrivò in semifinale. 1-1 il risultato della partita di andata contro la Sampdoria al Ferraris.

Un punteggio che faceva ben sperare per la partita di ritorno al SinigagliaUna partita tiratissima tra le due squadre, con il punteggio fermo sullo 0-0 fino all’85’, quando Massimo Albiero portò in vantaggio i padroni di casa. La risposta, dopo soli due minuti, di Trevor John Francis riportò il risultato in equilibrio. Durante i supplementari ci pensò Stefano Borgonovo a riaccendere i sogni degli Azzurri con un gol al 96’. La storica finale contro la Roma era a un passo, quando un oggetto lanciato dagli spalti ferì l’arbitro Giancarlo Redini, che sospese la partita e diede la vittoria a tavolino alla Sampdoria. Un epilogo in qualche modo infame, antisportivo, ingiusto, che infranse i sogni di undici combattenti per la follia di un solo spettatore.

 


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