«Con il presidente Stefano Verga non c’è mai stato uno screzio, siamo prima di tutto grandi amici e poi due persone ambiziose e che la vediamo sempre alla stessa maniera». Christian Larghi è da tre anni il vicepresidente del Como Women, tre anni intensi nei quali la società comasca è prima arrivata in serie A per poi conquistare una brillante salvezza.

«Sono arrivato al Como Women nel 2020, quando la squadra era stata promossa dalla C alla B nella stagione poi interrotta dalla pandemia. In questi anni abbiamo fatto davvero un bel percorso, soprattutto dopo la prima stagione di serie B al termine della quale – ricorda Larghi – abbiamo cambiato tantissimo, sia a livello di staff tecnico che di giocatrici, penso sia stata quella l’estate decisiva, dove sono state gettate le basi per la promozione in serie A».

In tre anni per Larghi e tutto il Como Women due grandi successi, prima appunto la promozione, quindi la salvezza di quest’anno, in un campionato per la prima volta professionistico: «Non saprei scegliere quale tra le due sia stata la soddisfazione più bella, ma di sicuro posso dire che la salvezza è stata un po’ come il coronamento della gioia per la promozione, perché se fossimo retrocessi subito quella vittoria di fatto non sarebbe valsa a niente. Paura di non farcela nel corso della stagione? Assolutamente no – continua il vicepresidente del Como Women – perché sono sempre stato convinto dell’ottimo lavoro fatto dallo staff tecnico e dell’impegno delle ragazze».

Como Women sempre più ambizioso in vista del prossimo anno? Lo ha dichiarato più volte il presidente, non può che confermarlo anche il vice: «Come detto io e Stefano siamo sempre in sintonia, e soprattutto siamo grandi sognatori. Sappiamo che giochiamo in un campionato molto competitivo, giochiamo contro squadroni come Juventus, Roma e molte altre, però vogliamo credere nella possibilità di migliorare. Obiettivo poule scudetto? Perché no, veniamo da un settimo posto – conclude Larghi – e sarebbe bello il prossimo anno riuscire a entrare nelle prime cinque».