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OLIMPIADI - Goggia che impresa: quella medaglia d'argento è anche un po' comasca
Il dottor Panzeri nell'equipe che l'ha rimessa sugli sci dopo l'infortunio di Cortina
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Mer 16 Febbraio 2022 16.00
Sofia Goggia con Andrea Panzeri, capo della Commissione Medica della Fisi
Como,

Un secondo posto più forte della sfortuna, una medaglia tutto talento e resilienza, un argento che è anche comasco. «Ringrazio i medici perché penso siano stati tacciati di pazzia per avermi rimesso sugli sci. Si son presi responsabilità allucinanti ma visto che ho sempre preso le loro parole come vangelo, 12 giorno dopo ero sugli sci».

 

 

Questa è la dichiarazione rilasciata al sito della Federazione Italiana Sport Invernali da Sofia Goggia, usando parole al miele, la bergamasca ha ringraziato lo staff medico della nazionale italiana di sci, capitanato dal comasco Andrea Panzeri, medico a capo della Commissione Medica della Fisi, per averla rimessa sugli sci e averla aiutata a vincere una strepitosa medaglia d’argento in discesa libera alle olimpiadi invernali di Pechino, dopo il terribile infortunio subito 23 giorni fa.

Il 23 gennaio una rovinosa caduta, durante il supergigante di Cortina, valevole per la Coppa del Mondo, le causò la lesione parziale del legamento crociato, oltre a una piccola frattura del perone. Una diagnosi che, di fatto, sembrava estromettere l’azzurra dai giochi a cinque cerchi, ma Sofia, la donna del miracolo, ha battuto la sfortuna – che le costò a causa di un infortunio i mondiali di Cortina 2021 – e si è presa con tenacia un argento dal valore inestimabile.

 

 

Una medaglia comasca, dicevamo, con lo specialista Andrea Panzeri che, direttamente da Pechino, non nasconde la propria felicità: «È una grande impresa: un podio che, in parte, sento anche un po’ mio per il lavoro svolto in questi giorni – esordisce -. Dopo l’infortunio avevamo visitato Sofia a Milano e avevamo avuto la sensazione che si potesse provare a portarla ai Giochi. Così è iniziata una corsa contro il tempo in cui ogni giorno e in ogni ora ci si credeva sempre di più».

Panzeri, giunto alla sua quinta olimpiade dopo quelle di Torino, Vancouver, Sochi, Pyongyang e Pechino, sottolinea il grande lavoro svolto in questi 23 giorni: «Tutti noi ci abbiamo creduto, Sofia in primis. Arrivati a Pechino si è deciso di non farle disputare il super G. Poi col passare del tempo le sensazioni sono migliorate e ieri è arrivata questa immensa gioia». 

 

Goggia e Delago portate in trionfo, il dott. Panzeri è il secondo da sinistra 


 


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