Padre e figlio in campo con la stessa maglia, nello specifico quella del Dongo (Seconda V). Quello dei lariani Christian ed Enea Cetta non è un caso unico, ma rappresenta una rarità nel mondo del calcio e probabilmente più in generale dello sport agonistico.
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Raramente nella stessa squadra giocano papà e figlio e loro rappresentano proprio questa eccezione. Una carriera spesa sul confine tra le province di Como e Sondrio e proprio a fine anni novanta nella vicina Valtellina si è verificato un esempio simile quando il Delebio annoverava Sandro Tavani nel doppio ruolo di allenatore-giocatore e i figli Paolo e Davide come calciatori.
Ma torniamo alla famiglia Cetta e alla passione per il calcio trasmessa da Christian, 47 anni compiuti lo scorso settembre, ad Enea, 21 festeggiati a giugno. L’amore per il gioco più bello del mondo è solo una delle tante cose che li unisce, sono loro i primi a confessare che il rapporto che li lega va oltre, anche ai legami famigliari. Un legame speciale, di amicizia che trova nell’amato calcio (e nella difesa, dove entrambi giocano) un motivo di condivisione.
La maglia del Dongo rappresentano il presente e probabilmente anche il futuro: «In questa stagione dobbiamo salvarci e gettare le basi per puntare più in alto nella prossima – dice Christian -. È un gruppo di bravi ragazzi e io cerco di portare la mia esperienza, di fare da chioccia insomma. Con questi ragazzi facciamo anche tornei insieme e quando si è presentato la possibilità di tornare a giocare a Dongo ho chiesto ad Enea se fosse d’accordo. Fortunatamente siamo molto affiatati, litighiamo veramente poco e le poche discussioni sono legate ad aspetti da campo».
La carriera di papà Cristian è quasi infinita, ma a dispetto di tante stagioni da protagonista sono relativamente poche le maglie indossate. Gravedona, Piantedo, Cosio, Menaggio e poi nell’ultimo decennio ancora Piantedo due volte, nel mezzo Dongo, poi Valchiavenna, di nuovo Dongo, Alto Lario, Valchiavenna e infine Dongo.
Per Enea invece Alto Lario, una breve parentesi alla Valchiavenna e quindi Dongo. Padre e figlio hanno cominciato a giocare insieme proprio tre stagioni fa. «Per me è un orgoglio giocare con papà – ammette Enea – e in campo ci compensiamo. Abbiamo caratteristiche simili fisicamente e nel gioco aereo, ma siamo opposti come carattere». «Enea è una testa calda – irrompe bonariamente Christian -, mentre io sono più riflessivo. Sono pacato, cerco sempre di fare da paciere, mentre lui è più aggressivo».
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