Un’altra notte magica per il Como e per Cesc Fàbregas, che torna a parlare dopo la squalifica e firma una vittoria storica contro la Juventus. Il 2-0 del Sinigaglia, 73 anni dopo l’ultimo successo in campionato sui bianconeri, è anche un manifesto del suo calcio: intensità, coraggio e spirito di gruppo.
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«Orgoglioso della mia squadra, oggi abbiamo dimostrato cosa significa essere vincenti»
Intervistato da DAZN, il tecnico spagnolo parla del suo Como, che ha giocato una delle migliori partite della stagione:
«Oggi la parola è orgoglio. Prima di entrare in campo abbiamo parlato di cosa significa essere vincenti, odiare la sconfitta, aiutarsi sempre e avere la stessa mentalità. Quando vedi un compagno che non va, glielo fai notare: siamo una famiglia. Abbiamo dimostrato ancora una volta quanto possiamo essere forti quando siamo uniti. E avere di nuovo la nostra Curva con noi, dopo quattro partite senza, è stato bellissimo. È il nostro cuore».
«Morata ha fatto la partita perfetta: sacrificio e umiltà»
Fàbregas difende e celebra Álvaro Morata, tra i migliori in campo:
«Ha fatto la partita perfetta, quella che volevo da lui. Purtroppo un attaccante viene giudicato solo dai gol, ma per me non è così. Deve segnare più per sé stesso che per la squadra, perché il suo lavoro è stato straordinario. Ha dimostrato umiltà, intelligenza e spirito di sacrificio incredibile. Tutta la squadra ha lavorato in modo solidale, capendo che tipo di partita fosse. Affrontare la Juve, che tra tre giorni andrà al Bernabeu, è un’altra dimensione: per questo do tanto valore a questa vittoria».
Il tecnico sottolinea anche l’aspetto tattico:
«Abbiamo preparato bene la partita, soprattutto sugli spazi centrali e con il gioco tra le linee. Hanno avuto difficoltà a gestire Caqueret e Nico Paz, e il piano è riuscito alla perfezione».
«Le palle inattive possono farti vincere o perdere»
Tra le chiavi del match, anche il lavoro su palla ferma:
«Merito di Cristiano Scazzola e Marco Cassetti, che lavorano tantissimo su questo aspetto. Analizziamo ogni dettaglio, e oggi si è visto. Sapevamo che la Juventus soffriva sul secondo palo e lo abbiamo sfruttato. Queste situazioni fanno spesso la differenza».
«Diao? Non si è mai allenato, ma da martedì torna con noi»
Sull’attaccante senegalese, rimasto in panchina ma vicino al rientro:
«Non si è allenato neanche un giorno con la squadra, ma l’ho voluto portare con noi. Dopo sette mesi di stop, è importante farlo tornare gradualmente. Ha gamba, fame e qualità: la sua assenza si è sentita, ma abbiamo continuato a vincere anche senza di lui».
«Ringrazio Wenger: lui ha creduto in me, io oggi credo in Nico Paz»
Nella serata del Sinigaglia erano presenti Arsène Wenger e Thierry Henry, che hanno voluto salutare il tecnico prima del match.
«Un’ora prima della partita sono venuti nel mio ufficio – racconta Fàbregas – e abbiamo parlato di calcio. Wenger mi ha dato tutto: ha creduto in me quando avevo 16 anni. Se oggi io credo in Nico Paz, è anche merito suo. Nico ha talento, fisicità e soprattutto fame: ha la testa per diventare un top, se continuerà con questa umiltà».
Il tecnico chiude con un sorriso e un abbraccio ai tifosi:
«Questo gruppo ha fame e un’anima. Il Como è forte perché è una famiglia».
LA STAGIONE DEL COMO
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