La decisione della Uefa di dare un via libera - eccezionale e chiaramente controvoglia - alla disputa di Milan-Como in Australia è un fatto storico, sebbene poco gradito ai tifosi.

La scelta di spostare all'estero l'incontro è direttamente legata all'indisponibilità di San Siro, con l’impianto nelle mani del Cio per gli eventi legati alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.

L'affare cosa porterà nelle casse del calcio italiano? Il portale specializzato Calcio e Finanza ha fatto due conti...

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L’operazione "Milan-Como a Perth", già dalla scorsa estate, è stata subito presa di mira dai tifosi. E, nel vuoto legislativo esistente a livello europeo, non ha fatto fare i salti di gioia alla Uefa. Che, però, ha dato il suo benestare all'iniziativa.

La disputa di una partita di Serie A in Australia è soprattutto - diciamo pure unicamente - una mossa strategica, di puro marketing, che avrà anche un valore economico.

Stando a quanto appreso da Calcio e Finanza, l'introito per la Lega sarà di circa 12 milioni di euro. Da questo totale - si legge nell'articolo - "andranno dedotti i costi per l’organizzazione del match, a carico della Lega Serie A (trasferte delle due squadre e costi legati alla produzione dell’evento, televisiva e non solo)".

Scorporati questi costi, rimarranno tra gli 8 e i 9 milioni di euro, divisi tra le due società e gli altri club di Serie A. 

Al Milan andrà la fetta più consistente, essendo formalmente la squadra di casa, mentre il Como incasserà una quota più bassa per la partecipazione.

Un gettone è poi previsto anche per le altre 18 società di A.

Ora si attende solo l'ultimo "sì" necessario, ossia quello della Fifa (ma la strada è tracciata) per la disputa della prima partita di Serie A all’estero.

LA STAGIONE DEL COMO

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