Como, Dom 13 Luglio 2025
IL PERSONAGGIO - Claudio Pelosi, una carriera tra B e C tra gol e soddisfazioni
Tra le imprese, anche la storica promozione in Serie D con il Cantù nel 2009

Attualmente fa parte dello staff del Como, occupandosi di scouting per portare nuovi talenti sul Lario. Claudio Pelosi, però, ha alle spalle una lunga carriera da calciatore, tra Serie B, Serie C, per un totale di 58 reti tra i professionisti, ma anche qualche piccolo pezzo di storia del calcio dilettantistico comasco.

 

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Attaccante dotato di un’elevazione fuori dal comune, ha iniziato a giocare nella squadra della sua città natale, Cantù, girando poi alcune squadre della provincia, prima del trasferimento a Seregno. “Avevo fatto dei provini per il Como – racconta –. Ai tempi, con Mino Favini, aveva un settore giovanile importante, che preparava a 360 gradi. Mi sarebbe stato utile”.

A 18 il passaggio alla Cremonese, in Serie B, dove Emiliano Mondonico gli ha dato fiducia e lo ha fatto esordire. “Per me è stato un allenatore importantissimo – ricorda –. Mi ha sempre trasmesso la giusta calma, permettendomi di crescere senza pressioni”. Proprio alla Cremonese ha avuto la possibilità di giocare con quello che considera il suo compagno più forte di sempre: Alviero Chiorri. “Era fantastico – commenta –. Mancino, estroso, qualità da Serie A, ma troppo discontinuo”.

La carriera è poi proseguita alla Lucchese, dove però il rapporto con mister Corrado Orrico non è mai decollato. Il riscatto è arrivato in tre anni magici al Catania, che ancora oggi hanno un posto speciale nel cuore della punta comasca, anche quest’estate premiato dai tifosi che non lo hanno dimenticato.

 

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Da ricordare, tra le tante esperienze, l’anno alla Ternana, il ’96-’97, con la vittoria del campionato di C2 allenato da Luigi Del Neri e quello alla Pistoiese, la cui promozione in B è passata anche da una vittoria in semifinale playoff contro il Como, con assist decisivo di Pelosi. “E in finale abbiamo battuto il Lumezzane di Boscolo – sottolinea –. Quello in semifinale invece è stato forse l’unico incrocio con il Como. Però ho giocato una partita in campo neutro al Sinigaglia, Cremonese-Catanzaro. C’erano tutti i miei amici ed è stata una grande emozione”.

Tra le varie esperienze ci sono stati anche due anni in Australia, all’Adelaide. Ultima tappa il ritorno al Cantù dei due palloni d’oro lariani Michele Spaggiari ed Emanuele Pappalardo, con cui ha ottenuto una storica promozione in Serie D. “Era una squadra di categoria superiore” ricorda la punta.

Lì si è chiusa una carriera di alto livello, fatta di tanti traguardi e tanti gol. “Non li ho mai contati – ammette Pelosi –. Il più bello? Con il Catania a Terni, in un momento caldo: Salvadori ha colpito la traversa e io ho segnato in rovesciata, sotto al sette”.

Poi ha provato ad allenare, prima di dedicarsi, dal 2018, ai giovani del Como e in particolare agli under 17. “È un ambiente che sta ancora esplodendo – conclude –. La società è ambiziosa e porta il marchio Como in tutto il mondo. E ogni partita è una festa”.

 

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