Lunga intervista a Cesc Fabregas oggi sull'edizione cartacea della Gazzetta dello Sport. Il tecnico del Como ha parlato all'inviato Nicola Binda della sua esperienza da allenatore.
Una chiacchierata in cui lo spagnolo non si è mai nascosto: "Lavoro per portare il Como in Serie A. Una mentalità che deve avere la squadra, ma anche lo staff e tutti gli altri".
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Il suo lavoro al Como è appena iniziato, ma non ha ancora avuto intoppi. Tre partite, 7 punti, media di 2,33. Ancora poco per dare un giudizio, anche perché la squadra non è sempre girata al meglio, o come vorrebbe l'ex stella della Spagna.
Nel corso della chiacchierata con la "rosea", Fabregas ha parlato a 360 gradi dei suoi inizi da giocatore ("Mi voleva l'Inter, con la famiglia abbiamo scelto l’Arsenal perché sarei andato in prima squadra") e di quella da allenatore, appena cominciata.
Sono emersi alcuni capisaldi del Fabregas allenatore: "Non mi piace difendere uno contro uno. In B c’è questa tendenza, c’è meno qualità: noi dobbiamo essere forti fisicamente, intelligenti e organizzati. Anche in difesa. La difesa a 4? Meglio tenere la linea più alta per il pressing. Non lavoriamo in funzione dell’uomo, ma della palla".
Per l'attacco, predilige la fantasia: "Tre punte, due e un trequartista, dipende: contano la qualità dei giocatori e il tipo di partita. Come nel mio Barcellona o, in Italia, fanno Spalletti, Sarri, Italiano, per non dire De Zerbi".
Chiarissimi gli obiettivi: "Lavoro per portare il Como in Serie A. Una mentalità che deve avere la squadra, ma anche lo staff e tutti gli altri. Sei mesi fa giocavo, per tre mesi ho allenato la Primavera, sono in prima squadra da 20 giorni. Devo imparare tantissimo, anche se le confesso che ho le idee chiare».
Infine, una mezza "rivelazione": «Penso che anche il Como farà la squadra B. Il salto dalla Primavera alla prima squadra è troppo alto».
LA STAGIONE DEL COMO
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