Como, Ven 20 Gennaio 2023
IL PERSONAGGIO - A 42 anni Fabrizio Schembri si ritira, il triplista vanta 9 titoli italiani
Un palmarès ricco quello del rovellaschese che vanta partecipazioni a Mondiali ed Europei

Nove titoli italiani assoluti, otto volte sopra il muro dei 17 metri, quattro partecipazione agli Europei e tre ai Mondiali, ma adesso il triplista Fabrizio Schembri, si ritira. Il rovellaschese, che il 27 gennaio compirà 42 anniha deciso di chiudere la sua luminosa carriera.

«Me l’ha detto il corpo - spiega -: l’anno scorso a Rieti, agli Italiani, ho avuto la sensazione che dovesse essere l’ultima partecipazione. Mi sono reso conto che la voglia e la volontà c’erano ma il corpo, che ho tanto utilizzato e che tanto mi ha dato, si rifiutava di mantenere gli stress psicofisici. La passione agonistica di mettermi sempre alla prova si è scontrata con la realtà della carta d’identità, con il peso degli anni».

 

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Triplista con un personale di 17,27, ha all’attivo 20 presenze in Nazionale. Nove i titoli italiani assoluti: otto nel triplo (2009, 2010, 2014 e 2018 all’aperto; 2011, 2014, 2015 e 2016 indoor) e uno nel lungo nel 2012. Ha iniziato nel salto in alto dove si è messo in evidenza ai Giochi mondiali della gioventù nel 1998 a Mosca, conquistando l’argento.

In quella occasione venne notato da Vittorio Visini, responsabile del Centro sportivo dei Carabinieri e così dall’anno 2000 ha vestito la maglia dell’Arma, dove adesso rimarrà per proseguire l’attività, anche se non più come atleta.

«Un passaggio importante - racconta Schembri -. Ho potuto trasformare la passione per l’atletica in una vera e propria professione. Devo tanto ai Carabinieri».

Il rovellaschese ha un curriculum impressionante con 3 partecipazioni al Mondiale (2009, 2011 e 2013 con l’ottavo posto a Mosca) e 4 agli Europei (2006, 2010 dove fu ottavo a Barcellona, 2012 e 2014). Nel 2007 ha chiuso al settimo posto nelle Universiadi mentre nel 2009 ha vinto i Giochi del Mediterraneo, dove nel 2013 ha conquistato il bronzo.

 

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All’appello mancano solo le Olimpiadi, sfiorate in tre circostanze, con l’ultima, quella di Rio del 2016 negata, nonostante avesse il minimo, per un problema alla zona lombare, per il quale ha subito poi un’operazione. Dopo due anni difficili nel 2018 ha ripreso ed è tornato sul gradino più alto del podio nel Campionato italiano. Adesso però è arrivato il momento di dire basta.

Ha provato a partecipare ad alcune gare master, ma non ha trovato gli stimoli giusti e le gratificazione ed ha quindi deciso di chiudere con l’agonismo.

Con una piccola appendice. «Ho in mente di partecipare, nelle prossime settimane, ad una gara di pentathlon dei lanci - confessa -. Un’altra delle mie passioni, oltre alla velocità, all’alto e al triplo».

Intanto sa già cosa farà “da grande”. «Inaspettatamente mi sono ritrovato a fare l’allenatore. Ho avuto delle richieste da diverse società della zona e devo dire che mi piace. Anche perché posso stare ancora a contatto con il campo e con l’atletica, che è il mio desiderio più importante». 

 

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