Como, Ven 30 Settembre 2022
Tifoso comasco assolto da Daspo: "Servono i soldi per combattere le ingiustizie"
Gli ultras denunciano la forte repressione, e la ferita per Sondrio-Como è ancora aperta

Ci sono anche buone notizie, anche se sono sempre più rare, per il mondo ultras.

 

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Ha fatto rumore, nella giornata di ieri, l'assoluzione per Stefano Invernizzi, 48 anni, noto tifoso e imprenditore di Como. Che si è visto togliere dal Tribunale Amministrativo Regionale il Daspo comminato lo scorso anno dopo Como-Ascoli: 5 anni di divieto ad assistere a manifestazioni sportive, con obbligo di firma.

Al di là di quanto successo - condannato per turbativa all'ambiente, per aver difeso con eccessiva enfasi il figlio rimproverato da uno steward - è l'amara verità che ha rivelato ieri a fare discutere: "Sono stato punito esclusivamente per aver avuto un Daspo in passato e non per una condotta violenta. E il metro di giudizio utilizzato per me viene sempre più spesso attuato verso il mondo ultras. Non tutti, come me, hanno la possibilità di spendere soldi per difendersi in giudizio, spesso per casi davvero di poco conto. La repressione che denunciano i tifosi non è uno slogan, ma un dato di fatto".

Come l'episodio di Sondrio-Como del 9 dicembre 2018, "Una montatura in piena regola", secondo gli ultras lariani. Sei diffidati per una partita che per i tifosi del Como significava una cosa sola: una gita in Valtellina, e una bella mangiata, senza nessuna rivalità tra opposte fazioni. Due ultras sono stati condannati addirittura per 5 anni, con spese legali e processo penale. E nessuno ha ancora capito cosa sia successo veramente quel giorno...

O per Como-Pisa, dove sono volati esclusivamente insulti verbali per strada, ma anche in quel caso sono arrivati provvedimenti restrittivi. Qualcuno difende la rigidità che si sta attuando (solo per le manifestazioni sportive però), altri fanno notare che "andrebbero tolte le patenti di guida per un litigio in discoteca, al bar o per strada, a questo punto...".

 

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