Como, Mar 18 Maggio 2021
Simone Cairoli lascia il decathlon con una vittoria: a Firenze l'ultima gioia per lui
Troppi problemi fisici: "Ho fatto una scelta, ma ho dato tutto per questo sport"

«L’ultimo decathlon non può che essere emozionante, e sono felice perché consapevole di aver dato il massimo». Sono le parole che Simone Cairoli ha pronunciato domenica dopo aver tagliato il traguardo dei 1.500 metri, prova conclusiva dell’ultimo decathlon della sua carriera, a Firenze, la città dove si è allenato negli ultimi due anni alla corte di coach Riccardo Calcini.

 

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La vittoria non ha fatto cambiare idea al villaguardese, che a 31 anni ha deciso di chiudere e di ritirarsi. Dopo una carriera che lo ha visto per 8 volte Campione italiano assoluto e decimo nell’europeo di Berlino 2018. «Per i tendini è stata un’agonia, ma è stato divertentissimo, con il tifo che ho avuto da parte di tutti. Me la sono goduta dall’inizio alla fine», ha detto mentre faceva la passerella finale indossando una maglia firmata dagli amici e avversari.

A freddo poi l’analisi sulla sua decisione, provocata dai problemi ai tendini che lo hanno afflitto negli ultimi anni, ma non solo. «Sono arrivato al punto nel quale ho dovuto fare anche una scelta a livello lavorativo -dice Cairoli, che da alcuni anni, ironia della sorte, lavora per la catena Decathlon -.Una scelta che non è compatibile con la carriera di atleta, quasi a tempo pieno. I tendini hanno fatto il resto. In fin dei conti, a questo sport, ho dato tutto. Per questo sport ho sacrificato, forse, più di quello che potevo permettermi di sacrificare».

Il villaguardese, dal momento dell’annuncio dello stop, è sempre stato molto sereno. «Non potevo fare più di quello che ho fatto -dice -.Adesso è venuto il momento di appendere le scarpe al chiodo. Ai prossimi tricolori farò il salto in lungo e poi stop». Nell’atletica però resterà visto che è stato eletto pochi mesi fa nel consiglio federale con il presidente Stefano Mei, nella componente degli atleti. Un compito che ha già iniziato ad applicare. Però potrebbe anche restare ancora più dentro, magari nelle vesti di allenatore.

«Potrebbe piacermi e penso che potrei fare anche bene -dice -. Negli ultimi tempi ho provato a dare delle dritte a qualche ragazzo più giovane, durante le gare. Però non ho mai seguito nessuno, per un po’ di tempo. Lo ripeto deve essere entusiasmante fare l’allenatore, però da qui a diventarlo ne passa. Vedremo».

Due saranno i punti fermi nel futuro di Cairoli:la pratica sportiva e il campo. «Lavorando alla Decathlon sono venuto in contatto con diversi sport -dice -. E mi è venuta voglia di provarne qualcuno, come l’arrampicata. Per divertimento, sia ben chiaro. Poi non ho nessuna intenzione di allontanarmi troppo dall’attività dei ragazzi: ho voglia di respirare ancora l’aria del campo». Quell’aria che è stata sua dal 2009 quando ha iniziato a fare atletica, portando a termine l’impresa di rilanciare le prove multiple in Italia.

 

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