Como, Mer 11 Novembre 2020
FORMAT CAMPIONATI - Si va verso il completamento del solo girone di andata; cosa ne pensano le società?
Non tutti sono d'accordo e c'è chi propone qualche formula alternativa interessante

Il Comitato Regionale Lombardia ha di fatto elaborato quelle che potranno essere le proposte per la ripartenza, fissata – situazione epidemiologia permettendo – per gennaio con i recuperi e per il 7 febbraio con la ripresa dei campionati. La base è quella di tener valide le prime tre giornate, far disputare il solo girone di andata e poi procedere con playoff e playout, o allargati o nella formula tradizionale. Sono due proposte che verranno prima sottoposte alla Lnd e successivamente alle società, che le voteranno tramite un sondaggio.

 

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Se sembra ormai scontata la disputa del solo girone di andata, non tutti sembrano però d’accordo con questa soluzione. In Prima categoria infatti c’è chi anche vorrebbe – nonostante i tempi molto stretti – portare a termine tutto il campionato: «Non credo che quindici gare siano sufficienti per dare dei valori concreti – commenta Franco Mannisi, presidente del Real San Fermo – e quindi penso che, a costo di dover inserire diversi turni infrasettimanali, si dovrebbe tentare di disputare sia l’andata che il ritorno. Noi poi abbiamo una squadra nuova, che si stava conoscendo e stava migliorando nonostante fossimo ancora a zero punti, e che dovrà faticare di nuovo quando si riuscirà a ripartire: non sarebbe giusto giocare un solo girone».

La pensa allo stesso modo il ds dell’Albate Hf Calcio, Moreno Giglia: «Anche se immagino che sia ormai deciso, e si disputerà la sola andata, ma io proporrei comunque di provare a giocare tutti e due i gironi: a fine aprile si terminerebbe l’andata, e poi tra maggio e giugno si potrebbe giocare il ritorno, con alcuni turni infrasettimanali. Anche le società, con i bar e la cucina, potrebbero ricavare quel denaro che di solito si ottiene con i tornei estivi».

Se c’è qualcuno che pur vorrebbe tentare di portare a termine sia l’andata che il ritorno, in tanti sembrano caldeggiare la soluzione di playoff allargati, dando la possibilità magari anche a otto squadre di giocarsi la promozione, con idee a volte anche insolite e curiose. E’ il caso di Luca Dotti, allenatore dei Cacciatori delle Alpi (Seconda G): «Perché non fare, al termine della sola andata, un ulteriore girone tra le prime cinque e le ultime cinque, che si scontrano un’altra volta tra di loro, tenendo buono il punteggio della prima fase? Così ci sarebbero anche due scontri tra alcune squadre, prima di procedere poi con playoff e playout come al solito».

Playoff secchi, con una gara singola che potrebbe risultare avvincente ma anche beffarda, dividono dirigenti e allenatori: «Ammetto che sia difficile pensarci ora, ma l’idea di far disputare i playoff a otto squadre, con la suspence di vedere gli accoppiamenti turno per turno, potrebbe essere divertente – dice Stefano Anzani, ds della Giovanile Canzese (Prima D) – è chiaro che dobbiamo entrare nell’ottica di accettare che questo sia un campionato diverso dal solito».

Per Angelo Fumarola, tecnico della Lario (Seconda G) questa soluzione potrebbe essere una beffa: «Credo che dei playoff troppo allargati possano diventare beffardi per una squadra che magari perde una partita ed è subito fuori nonostante abbia ottenuto un piazzamento molto migliore del proprio avversario. Mi rendo conto che non sia facile decidere in una situazione come questa, forse provare a terminare il campionato sarebbe la soluzione migliore ma non ce n’è il tempo».

In Terza categoria ci potrebbe essere qualche situazione diversa: non è detto infatti che le singole delegazioni provinciali non puntino su soluzioni alternative a quella che verrà proposta dal Crl, in campionati dove non sono previste retrocessioni: «Partendo dalla premesse che credo non ci sia altra scelta alla disputa della sola andata – racconta Enzo Ciaravella, allenatore dell’Assese – penso che per la Terza si potrebbe pensare a playoff ancora più allargati, magari per le prime dieci, considerato che non ci sono retrocessioni. L’importante è avere un piano chiaro per tempo, di modo che le società, quando sarà possibile, possano ripartire con le idee chiare».

 

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