Como, Mer 1 Aprile 2020
Seconda categoria - gli allenatori dicono la loro sul probabile annullamento
Ecco il parere di alcuni tecnici dei due gironi comaschi: per tutti giusto star fermi

Abbiamo sentito il parere di alcuni degli allenatori comaschi dei due gironi di Seconda categoria, in merito alla sempre più probabile cancellazione della stagione di calcio dilettanti 2019/20 e alle possibili modalità di una ripartenza...

 

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"Vista la situazione sanitaria, credo ci sia poco da fare se non stare fermi - esordisce il tecnico dell'Ardisci Maslianico Emanuele Gerna - anche se penso che si potrebbe studiare qualcosa per favorire chi aveva ben fatto finora, in vista della prossima stagione: penso magari a dei coefficienti che possano comunque tenere validi i valori che erano stati espressi sin qui".

Per l'Ardisci Maslianico era un campionato molto positivo, con il secondo posto alle spalle dell'Albavilla: "Sportivamente mi dispiace molto, perchè stavamo facendo molto bene e sarebbe stato bello arrivare sino in fondo e giocarsela ai playoff. In ogni caso, una ripartenza per quest'anno sarebbe complicata comunque, penso a un campionato nel quale si riparte dopo due mesi, senza tanti allenamenti, credo che sarebbe una cosa falsata e non molto credibile".

Categorico mister Nicola Molteni della Stella Azzurra: "Io penso ai bambini che devono andare al campo, voi li mandereste in questa situazione a giocare? Io ho due figli, e non li manderei mai, almeno sino a settembre e solo se tutto sarà completamente risolto. Alla stessa maniera, penso anche agli adulti, a chi ha un'attività propria, chi gli dice che devono tornare in campo in queste condizioni? Si rischierebbe di avere rose dimezzate e un campionato falsato. Per me di una ripartenza in questo momento non si può proprio parlare".

Un dispiacere soprattutto per chi stava dominando il proprio campionato: "Posso capire chi stava in testa con merito da inizio anno, magari si può pensare di tenere buone queste classifiche in vista di possibili ripescaggi futuri, anche perchè credo che sicuramente qualche società farà fatica ad iscriversi l'anno prossimo. Ma non credo siano corrette alcune ipotesi che ho sentito in questi giorni, come tenere buone le classifiche a fine andata, perchè da lì in avanti si erano giocate altre gare e molte squadre, tra le quali anche la mia, stavano trovando proprio in queste gare la loro miglior quadratura".

Angelo Fumarola della Lario è un infermiere e quindi ha potuto toccare ancora più da vicino il problema: "E' giusto stare fermi ora, non ci sono storie. E la ripartenza darà graduale: non possiamo di certo pensare che da un giorno all'altro si potrà tornare su un campo di calcio o in uno spogliatoio come se nulla fosse. Posso capire i sacrifici fatti da chi era primo in classifica, ma stiamo parlando di un evento totalmente inaspettato e straordinario, che nessuno avrebbe potuto prevedere".

Manca comunque molto il calcio per mister Fumarola: "Io sono un malato di calcio, e ammetto che mi manca molto. Peraltro, quando all'inizio era stato subito bloccato tutto, ero stato tra i primi a protestare e a pensare che fossero misure eccessive. Visto quanto successo in seguito, ammetto di essermi sbagliato, e che le misure che sono state prese sono assolutamente corrette".

Infine, ecco il pensiero di Luca Dotti dei Cacciatori delle Alpi: "Non ci sono assolutamente i tempi per poter riprendere, anche perchè penso che le misure restrittive verranno diminuite poco a poco, e di sicuro gli ultimi a essere toccati da queste riduzioni saremo noi del calcio dilettanti. Credo che potremo ritenerci fortunati a ritrovarci in campo il mese di giugno, ma penso anche che finchè non verrà trovato un vaccino non saremo mai del tutto al sicuro".

Resta il problema delle classifiche attuali e delle possibili ripartenze: "Lo scorso anno eravamo primi in classifica in Terza - prosegue Dotti - e ammetto che se mi fosse successo a me mi sarebbero girate le scatole. Capisco chi ha lavorato tanto per essere in testa come l'Albavilla, mi sono anche sentito con il loro mister perchè mi dispiace per loro. La cosa a mio modo di vedere assurda è che, nemmeno in serie A, ci sia un regolamento ufficiale per un caso del genere".

 

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