Sion, Mer 25 Marzo 2020
Calcio svizzero, tra stop e licenziamenti: il caso del Sion del comasco Christian Lurati
"Prima di tutto qua viene l'hockey, ma il problema è serio: cassa integrazione per tutti"

Come l'Italia, anche la Svizzera fa i conti con la chiusura totale del calcio. Anche il problema dei contratti è di primissimo piano: il vulcanico presidente del Sion, Christian Constantin, ha licenziato ben nove giocatori con effetto immediato. La motivazione è legata ai problemi economici causati dall’emergenza del coronavirus, che ha causato l’interruzione dei campionati in Svizzera...

 

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In principio il club aveva proposto ai suoi dipendenti di accettare degli accordi di breve durata e salari massimi di 12.350 franchi, pari a quelli garantiti dall’assicurazione contro la disoccupazione. Alcuni giocatori hanno rifiutato il licenziamento o non hanno risposto e sono stati allontanati: Pajtim Kasami, Alex Song, Ermir Lenjani, Xavier Kouassi, Mickaël Facchinetti, Christian Zock, Birama Ndoye e anche gli ex Roma e Spal Seydou Doumbia e Johan Djourou.

Nel club svizzero – ottavo in Superleague, la serie A - , tra i tanti italiani dello staff, c’è anche il comasco Christian Lurati, team manager della prima squadra, mentre il direttore generale è Marco Degennaro, un passato al Como: «Sono rimasto qui, si sta provando a gestire la situazione, non è facile. Capisco la scelta del club di proporre dei tagli, che riguardano tutti i tesserati: in Svizzera, gli incassi, sono fondamentali, per noi in maniera decisiva perché abbiamo sempre 8-9 mila spettatori per le partite».

Tutti fermi nei campionati maggiori elvetici, la situazione è cristallizzata fino al 30 aprile: «Prima del calcio in Svizzera viene l’hockey, ma il problema è ugualmente sentito. Questa prolungata sospensione potrebbe accelerare la riforma dei campionati, che prevede tre fasi, un po’ come succede in Belgio».

Anche in Svizzera, quindi, si naviga a vista: «Abbiamo firmato una sorta di cassa integrazione, con stipendi all’80%, poi si spera che la parte rimanente venga corrisposta dallo Stato. Per il resto, abbiamo preso spunto dall’Italia: scuole e negozi fermi, così come tante attività produttive. Nel Vallese la situazione a livello di contagiati non è drammatica: ampi spazi e popolazione contenuta non favoriscono il diffondersi del coronavirus».

Lurati, ex calciatore dilettante, ha lavorato al Como, al Chiasso e ha contatti con tante società: «La situazione difficile è difficile, ho sentito altri colleghi: il sistema deve stare in equilibrio e capisco anche le difficoltà dei vari presidenti. Speriamo si arrivi a una soluzione: nei campionati “top” europei c'è grande esigenza di iniziare, da noi forse c’è meno pressione, ma prima o poi servirà una soluzione che salvaguardi salute e business».

 

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@Lariosport
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