Civate, Lun 23 Marzo 2020
IL PERSONAGGIO - Davide Castagna, il "Toro di Civate" col bluceleste addosso
Conosciamo meglio uno dei grandi protagonisti del calcio dilettanti lariano

Il "Toro di Civate", alias Davide Castagna, attaccante classe '91, è uno dei giocatori a cui i tifosi blucelesti sono rimasti più affezionati tra i tanti passati in questi ultimi anni sul campo del Rigamonti-Ceppi. Per l'attuale punta del NibionnOggiono tante soddisfazioni però anche lontano dal Resegone. Riviviamole con lui.

 

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Davide inizia a giocare prestissimo: «A 4 anni a Civate, con bambini di tre anni più grandi di me. Sono rimasto nella squadra del mio paese sino ai Giovanissimi, poi ho fatto due anni a Oggiono e poi sono andato al Lecco». Il bluceleste diventa la sua grande passione, presenza fissa la domenica in Curva Nord a sostenere la prima squadra con cui esordisce nel 2009, a 18 anni, nei playout contro la Sambenedettese in C1: «Entrai nei minuti finali dell'andata in trasferta che si concluse 0-0, poi al ritorno vincemmo in casa 1-0 con gol di Carrara e ci salvammo». I mesi successivi sono sfortunati per Davide, che si rompe il crociato, e al ritorno in campo va a farsi le ossa in Serie D nella vicina Olginatese di mister Alessio Delpiano. «Arrivammo ai playoff e da giovane segnai 8 reti».

L'anno successivo, stagione 2011/12, Davide torna al Lecco, sceso nel frattempo in C2, e con lui c'è proprio mister Delpiano, già capitano dei blucelesti da giocatore nel triennio 2005/07 con tanto di promozione in C1. «Dopo le prime sei partite mi sono rotto la tibia e sono rientrato solo nel finale di stagione, ma il mister nel frattempo era stato esonerato e noi retrocedemmo in D perdendo i playout contro il Mantova». L'estate 2012 è una delle più incredibili vissute nella storia del Lecco, con l'arrivo dell'improponibile imprenditore italo-americano Joseph Cala e le sue bizzarrie, con tanto di provini per allestire la squadra e la quotazione in borsa della società. Dopo poco più di un mese Cala alza i tacchi e se ne va, il nuovo ds Davide Raineri sceglie come allenatore Fiorenzo Roncari e allestisce una squadra dal nulla a cinque giorni dall'inizio del campionato. «Quella fu la mia stagione più bella. Dal niente si creò un gruppo di giocatori giovanissimi ed io ero l'unico rimasto dall'anno prima. Io e Andrea Rota, tornato al Lecco dopo tanti anni, fummo i capitani e segnai ben 25 gol, il mio record personale».

La capacità realizzativa, unita alla grande determinazione in campo, fanno si che Davide venga notato anche da diverse squadre di Lega Pro, ma il suo cuore bluceleste gli impedisce di cambiare maglia. «L'anno dopo arrivò Butti come allenatore e all'inizio continuai a essere titolare fino alla sua sostituzione con Cotroneo. In squadra c'erano anche Cardinio e Capogna e io giocai sempre meno, riuscendo comunque a segnare 12 gol tra cui quello della matematica salvezza contro il Caravaggio». Il rapporto non idilliaco con l'allenatore fa si che Davide passi in estate alla Pro Sesto: «Il Lecco era passato nel frattempo a Daniele Bizzozero che mi voleva tenere a tutti i costi, ma preferii andare alla Pro Sesto perchè non mi trovavo con il mister. Rimasi lì un anno e mezzo e nei 18 gol complessivi ne segnai anche tre al Lecco. Sono sempre stato un tifoso bluceleste e non nego che dopo ognuno di quei tre gol scoppiai a piangere. Per me giocare nel Lecco era come giocare in Serie A e dovunque sia andato, per quanto mi sia trovato bene ovunque, non è mai stato come scendere in campo con la maglia bluceleste addosso».

Nel dicembre del 2015 un nuovo cambio maglia, passando al Fiorenzuola, sempre in Serie D: «Giocai lì pochi mesi ma mi trovai veramente bene. L'obiettivo era la salvezza e riuscimmo a centrarla grazie anche ai miei gol». Nuova stagione e nuova avventura, questa volta alla Varesina, ritrovano il vecchio compagno di squadra Stefano Mauri: «Eravamo una buona squadra, ma alla fine riuscimmo a salvarci solo ai playout. Gara secca contro il Verbania, perdevamo 1-0 e vincemmo 2-1 con mio gol decisivo». Il sogno di Davide è tornare al Lecco e si realizza nell'estate del 2017, ancora una volta con mister Delpiano in panchina: «Partii anche bene, ma poi iniziai ad avere problemi a un piede e giocai poco, sino a che a dicembre tornai all'Olginatese. Avevo mantenuto un buonissimo rapporto con Galbusera e così accettai la loro offerta. Segnai subito alla prima partita, ma dopo altre due mi ruppi il quinto metatarso del piede sinistro e la mia stagione finì così».

Nella stagione 2018/19 Davide scende per la prima volta in Eccellenza trasferendosi al Busto 81: «C'era comunque l'accordo che se avessi avuto una chiamata dalla Serie D sarei potuto andarmene. La nostra era una squadra molto forte, costruita per salire, ma il tipo di calcio dell'Eccellenza è molto diverso da quello della D e così non appena mi contattò il Villa d'Almè cambiai squadra per risalire di categoria». Davide segna 5 reti e contribuisce alla salvezza dei bergamaschi, salutati la scorsa estate per passare al NibionnOggiono. In rossoverdeblù segna due sole reti in una prima parte di stagione condizionata da qualche problema fisico di troppo.

Tanti gol e tante avventure, conoscendo svariati allenatori e compagni di squadra: «Sicuramente la persona più importante nella mia carriera è stata Lele Ratti. L'ho avuto sia come preparatore atletico che come allenatore e mi è sempre stato vicino aiutandomi non poco a recuperare da vari infortuni. Con i compagni sono sempre andato d'accordo. Se devo fare dei nomi direi che i rapporti migliori li ho avuti con Andrea Rota e con Mattia Isella. Quest'anno siamo finalmente riusciti ad essere compagni di squadra, chiudendo così il cerchio dopo le sfide da avversari da bambini quando lui giocava nel Sala al Barro e io nel Civate».

 

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