Como, Mar 23 Gennaio 2018
Dakar 2018 - The End - Il diario di bordo di Jacopo Cerutti
Terminata la corsa del pilota comasco, che ci descrive le sue emozioni

Terminata la lunga corsa di Jacopo Cerutti, che ha chiuso in ventesima posizione la Dakar 2018. Il pilota comasco affida all'ultima pagine del suo diario di bordo le emozioni per questa grande impresa.

 

 

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DAKAR 2018 - THE END: 06/01/2018-20/01/2018

Finalmente, dopo due settimane durissime e lunghissime che mi sono sembrate due mesi, riesco a scrivervi di mio pugno queste parole. È stata un'esperienza indimenticabile, fatta di momenti molto difficili e di altri stupendi. La Dakar ti prende tutto. Per chi come me vuole sempre dare il 110% e centrare a tutti i costi ogni obiettivo prefissato la Dakar diventa per forza un pensiero fisso in testa durante tutto l'anno. Per questo dopo l'ottima gara del 2016 ho sofferto tantissimo il ritiro dello scorso anno, non riuscivo a spiegarmelo. Ci ho voluto riprovare, grazie all'aiuto di tanti di voi, con l'obiettivo primario di arrivare a tutti i costi al traguardo di una gara che si annunciava la più dura da almeno 10 anni a questa parte. La partenza dal Perú è stata bellissima, 5 giorni di dune e sabbia a volte sofficissima e una navigazione sempre complicata. Questo significava tanta concentrazione e fatica per completare ogni tappa. Sono partito senza esagerare e nonostante qualche problema iniziale di setting e un "pit stop" di 15min in Speciale dopo avere finito la benzina a 200 (duecento!!!!) metri dall'arrivo della Prova, mi sono portato subito vicino ai primi 30. La partenza del Day4 in gruppi da 15 piloti, passando sul bagnasciuga di 18 km a 140kmh uno di fianco all'altro è stata una scarica pazzesca di adrenalina, con la salsedine che ogni 500 metri appannava gli occhiali e ci costringeva a pulirli rapidamente con la mano. 330 km davvero duri a inseguire nella sabbia e polvere. Per questo all'arrivo in Bolivia eravamo già stanchi e l'altitudine e le dune del luogo poste sopra ai 4300 metri di quota ci hanno messo ancora più a dura prova. Bastava una banale caduta che per recuperare lo sforzo di rialzare la moto da terra servivano 500 metri a passo d'uomo. Per non parlare dei trasferimenti da 400/500 km alle 5 di mattina con freddo e a volte anche pioggia. Nonostante un giorno molto duro diventato ancora più impegnativo a causa di un problema fisico sono entrato in Argentina nei primi 30 assoluti e pronto a affrontare il caldo e la sabbia delle temute zone di Fiambalà e Belèn. Il giorno in più di riposo ci ha fatto ricaricare le forze in vista delle due tappe "regine". La giornata forse più dura di tutto il Rally per me è stata la tappa di Belèn: partenza alle 5:00 per 400km di trasferimento, poi quasi 4 ore di sabbia e fiumi in secca tutti d'un fiato, prima della neutralizzazione di 100 km che ci portava all'ultima parte di Prova Speciale: altre 2 ore di sabbia e fiumi in secca velocissimi da affrontare nel tardo pomeriggio con più di 40 gradi e senza mangiare altro che barrette e gel dalle 4 della mattina (grazie Enervit!). Una tappa chiave che negli ultimi km ha fatto molte "vittime" vista la situazione limite in cui eravamo. Passata questa, raggiungere l'arrivo finale di Córdoba è stato un movimento d'inerzia tra sonno e fatica perenni e innumerevoli km in sella. Ci sono stati per me momenti ottimi in cui raggiungevo e sorpassavo i piloti davanti ed altri difficili in cui la mancanza di forze o la pericolosità del terreno mi faceva chiudere un po' il gas aspettando un momento migliore per attaccare. Ho avuto anche qualche problema fisico, dovuto forse a dei calcoli che mi hanno trovato poco prima di partire: per tutta la prima settimana di gara facevo fatica a mangiare tanto e a metà Prova Speciale calavo il ritmo senza avere mai le energie necessarie per esprimermi al 100%. Anche questo è stato abbastanza frustrante all'inizio. Nonostante tutto, i cinque minuti trascorsi per andare verso il Podio finale tra due ali di folla lunghe 5 km e ricevere la tanto sudata medaglia sono tra i momenti che rimarranno nella mia memoria per sempre. Una soddisfazione enorme, un peso tolto dalle spalle, la consapevolezza per me di aver fatto qualcosa di grande e una rivincita personale nei confronti di una gara che può darti tanto ma anche toglierti tutto in un istante. Ci sono stati attimi difficili, quando avrei voluto fermarmi un attimo a tirare il fiato in Speciale, o avrei voluto dormire anche solo 5 minuti a bordo strada nei trasferimenti. In quei momenti capitava di pensare a tanti di voi che mi hanno aiutato e tifato e non posso fare altro che ringraziarvi di cuore per avermi dato una mano a tenere duro, dandomi la carica per centrare un altro obiettivo e realizzare un altro piccolo grande sogno che non scorderò mai!

Ci tenevo a spiegarvi tutto, perché ogni Dakar ha una storia sua. E questa è la MIA!!!

Grazie a tutti

 

Jacopo

 

 

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