Como, Gio 16 Novembre 2017
La debacle dell'Italia - Cosa ne pensano i nostri tecnici di punta e di settore giovanile?
Poca qualità nella rosa e puntare di più sui giovani: sono i temi dominanti

Una vera e propria catastrofe, sportiva s'intende, quella che si è abbattuta sul mondo calcistico italiano dopo l'eliminazione per mano della Svezia nei preliminari della Coppa del Mondo. Quali le cause di questo fallimento? Siamo sicuri che sia proprio tutta colpa di Ventura? Intanto ieri il ct è stato esonerato, ma Tavecchio non si è dimesso ed è rimasto sulla sua poltrona...

  

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Abbiamo chiesto il parere di alcuni degli addetti ai lavori del calcio dilettantistico comasco, a partire dagli allenatori top delle squadre di Eccellenza e Promozione. Tutti molto delusi, com'è ovvio che fosse, a partire da mister Danilo Battistini del Mariano: "Non esiste proprio che l'Italia non riesca a battere la Svezia, ok non avevamo molta qualità ma i nostri sono giocatori comunque superiori a quelli svedesi".

Dove ha sbagliato Ventura? Secondo Battistini "una squadra è come un'orchestra, deve avere tutti gli strumenti al posto giusto. Che senso ha per esempio mettere Insigne senza copertura dietro, come successo con la Spagna? Credo che Ventura sia andato molto in confusione. Mi piacerebbe vedere un grande nome ora, ad esempio Allegri che stimo molto".

Il mister giornalista, Daniele Porro della Guanzatese, punta il dito sulla poca qualità: "Siamo questi, anche se è vero che non ci è girata nemmeno molto bene in questo doppio spareggio. Credo che un ct non debba inventarsi chissà che cosa quando è in nazionale, ma sfruttare il momento e mettere i giocatori più in forma, provando a ricalcare il modo in cui giocano nel club".

Porro non punta per forza su un grande nome per il futuro: "La storia insegna che si possono trovare grandi selezionatori che non abbiano grandi nomi, che spesso invece ti salutano alla prima occasione, vedi Conte. Guardate uno come Loew, prima di allenare la Germania non era nessuno, ed è diventato campione del mondo".

Andrea Castellini, tecnico del Menaggio e figlio del grande Luciano, ex portiere del Torino, vorrebbe più giovani italiani: "Reinserirei l'obbligo di tre stranieri massimo, non è possibile che i nostri giovani giochino così poco. Sapete quanti di loro non riescono a trovare spazio? Uno come Pinamonti all'Inter non gioca e nel Manchester United sarebbe titolare".

Ci vuole qualcuno che davvero senta addosso la maglia come prossimo ct per Castellini: "Io punterei su uno che sappia cosa voglia dire vestire la maglia della nazionale, come Fabio Cannavaro, ma vedrei bene anche Buffon vedrei bene".

Chi punta sulla rivalutazione e il maggio impiego dei giovani sono proprio i tecnici del settore giovanile. Roberto Galia, responsabile del settore giovanile e mister della Juniores nazionale del Como, dice la sua: "Bisogna cambiare le cose alla radice in Italia, non metterci sempre una toppa dopo: perchè i giovani italiani a un certo punto non giocano più? Bisogna cambiare la mentalità".

"Metà delle rose sono composte da stranieri - continua Galia - e questa cosa non va bene. L'unico esempio positivo in Italia è l'Atalanta, che grazie al lavoro di Favini e Centi ha cresciuto ragazzi pronti per la serie A".

Gigi Sala, ex difensore di serie A e anche del Como, la pensa alla stessa maniera: "In pochi si preoccupano davvero della crescita dei giovani, e parlo anche degli allenatori. Credo che la mazzata presa dall'Italia debba far aprire gli occhi a chie gestisce il calcio nel nostro Paese".

Infine, Vincenzo Saladino, responsabile del centro tecnico federale di San Fermo della Battaglia, inaugurato un anno fa da Carlo Tavecchio: "Invesitre nei giovani credo sia alla base di ogni discorso legato alla nazionale. In generale le società devono capire che coltivare i propri giovani alla lunga dà sempre risultati. A San Siro pensate che lunedì sera c'erano in campo alcuni giocatori che nemmeno sono titolari nei loro club".

 

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