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ARBITRI - Dal cambio della sede, alla crisi dei numeri: l'Aia fa squadra con il comune
Ufficiale il trasloco allo stadio Sinigaglia. Pochi fischietti? Si riparte dalle scuole
1 commenti
Ven 30 Settembre 2022 09.00
L'incontro tra l'Aia di Como e il sindaco Rapinese
Como,

Svolta nella Sezione Arbitri “Andrea Riella” di Como che, rafforzando la propria partnership con il Comune di Como, cambierà sede e da gennaio si trasferirà da via Badone allo stadio Sinigaglia. Questo e il numero – in calo - degli arbitri sono stati i temi dell’incontro avvenuto ieri in Comune.

 

 

Presenti oltre al sindaco, Alessandro Rapinese, che ha più volte manifestato vicinanza all’Aia di Como, tutte le massime cariche locali del mondo del fischietto: da Edoardo Quadranti, presidente dell’Aia comasca, Emilio Ostinelli, presidente Aia Lombardia, Matteo Garganigo, coordinatore Aia Lombardia, Andrea Colombo, arbitro comasco Can A e B e Donato Finelli, Delegato provinciale Figc di Como.

Ha esordito Quadranti che ha espresso l’entusiasmo di tutto il movimento arbitrale provinciale per il cambio di sede: «Dopo una lunga trafila burocratica lo stadio Sinigaglia, in accordo con il Comune, diventerà la nostra sede. È il luogo più indicato per la nostra associazione. Ringrazio vivamente questa amministrazione per averci dato la possibilità di lasciare la sede di via Badone, divenuta inutilizzabile».

L’argomento è, poi, virato sulla crisi del mondo arbitrale. I numeri degli arbitri dopo il Covid sono in calo e l’Aia punta a un ritorno alle cifre del passato: «I fattori di questa crisi sono molteplici, noi vorremmo ripartire dalle scuole per cercare di attrarre nuovi arbitri – continua Quadranti -. Il primo corso partirà l’11 ottobre, il secondo a febbraio, ci auspichiamo che con il nuovo anno potremmo andare negli istituti per far conoscere a quanti più studenti possibile il mondo arbitrale».

 

 

Toccato da tale tematica, il sindaco Rapinese si è subito mosso e ha promesso che a inizio 2023 si lavorerà per organizzare negli istituti scolastici cittadini incontri con gli arbitri: «Fare l’arbitro innanzitutto è un’attività sportiva, poi, aspetto ancora più importante, arbitrare aiuta a far crescere l’individuo sia umanamente sia caratterialmente. La promozione nelle scuole dev’essere il primo passo per l’Aia: arbitrare permette a ogni persona di crescere nella società».

L’Aia per avvicinarsi al mondo dei più giovani – dai 14 ai 17 anni – ha avviato anche la politica del doppio tesseramento, ossia la regola che permetterà a un calciatore di poter essere anche arbitro: «C’è bisogno di un aiuto del sistema calcio, senza arbitri non c’è partita – conclude Quadranti -. L’introduzione del doppio tesseramento può essere una soluzione, in questo modo un calciatore potrà giocare e contemporaneamente arbitrare».

 

Da sinistra Andrea Colombo, Edoardo Quadranti, Emilio Ostinelli, Alessandro Rapinese ed Enrico Colombo, assessore alla Cultura


 


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CommentiI commenti degli utenti
Il giorno 30/09/2022 alle ore 09.19 andreadibe ha scritto...
CommentoSe non ho capito male, il doppio tesseramento è ancora solo fino ai 18 anni.
se così fosse, perché? perché costringere alla scelta un ragazzo appena maggiorenne, penso che nel 99% dei casi finisce che prosegue con la "carriera" da calciatore. Dare la possibilità di proseguire anche da adulto non sarà la soluzione ma magari aiuta!
chiaramente senza far arbitrare nella stessa categoria.
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