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No al vincolo sportivo, Pallanuoto Como ne fa una bandiera dal 2015: 'Scelta di libertà'
Patto della società con Unicef Como: 'Tutelare il diritto del minore di essere ascoltato'
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Ven 27 Novembre 2020 11.32
Giovanni Dato, presidente di Pallanuoto Como
Como,

«Siamo vicini a una svolta epocale per lo sport». La notizia dell’abolizione progressiva del vincolo sportivo nello sport dilettantistico è una piccola-grande battaglia vinta dalla Pallanuoto Como e dal presidente Giovanni Dato.

Fin dalla nascita nel 2015, infatti, Pallanuoto Como ha fatto della mancanza di legami duraturi “imposti” agli atleti per legge un manifesto.

 

 

«Siamo stati i primi in Italia, nella pallanuoto, a fare concretamente qualcosa in questo senso. Siamo sempre stati convinti che fosse una strada giusta, infatti su questo tema non abbiamo mai avuto ripensamenti in corso d’opera. È successo che qualcuno volesse cambiare società, per svariate esigenze, soprattutto logistiche, ma non abbiamo mai messo in difficoltà gli atleti e le loro famiglie. E questo comportamento ci è stato sempre riconosciuto», ha detto Dato.

Nella pallanuoto, il vincolo che lega atleta e società comincia con il primo anno Under 13 per i successivi otto anni: «È un diritto di tutti, minorenni e maggiorenni dilettanti, poter scegliere il proprio futuro sportivo. Da anni siamo con Damiano Tommasi e varie associazioni che si battono sul tema. Noi abbiamo sempre operato in questa direzione: la libertà è fondamentale ed è strettamente collegata allo sport, e in questo periodo di libertà compresse vediamo quanto sia un bene prezioso. Inoltre, come società, non abbiamo paura che qualcuno sia scontento e voglia cambiare: se dai il massimo, se hai programmazione e lavori con qualità, non devi temere fughe e non devi creare ostaggi. L’assenza del vincolo responsabilizza le società, chiamate a offrire il meglio ai propri atleti».

Questo principio è stato ribadito nel corso degli anni ed è diventato ancora più forte per Pallanuoto Como grazie al legame con Unicef, con cui è stato firmata una dichiarazione di intenti, un patto che impegna la società a non attuare alcun vincolo per i minori: «C’è un patto per la tutela del minore e in particolare del diritto all’ascolto del minore. Se un minore manifesta l’intenzione di lasciare la propria società, non bisogna impedirglielo. Siamo felici di questa decisione di legge, ci sentiamo precursori negli sport acquatici e ci dà la conferma che siamo da sempre nel giusto».

Ma nella pallanuoto, si tratta di un problema così sentito? «Ci sono state famiglie costrette a pagare fior di quattrini per liberare i ragazzi dal vincolo per trasferirsi in un altro club. Per troppo tempo molti dirigenti sono avvalsi della vecchia normativa federale che tutelava le società, una norma che resiste solo in Italia e pochi altri paesi europei: questa riforma cambia le cose».

 


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