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STOP AI DILETTANTI - Pareri unanimi: "Una mancanza di rispetto per le società"
Per tutti una decisione almeno discutibile: "Ora cosa faranno tanti ragazzi?"
4 commenti
Mar 20 Ottobre 2020 10.47
Mauro Bernardi, dg del Mariano
Como,

Le società di punta comasche, dopo lo stop forzato promulgato venerdì dal presidente della Regione, Attilio Fontana, sono unite e urlano all’unisono la propria voglia di continuare a giocare.

In Eccellenza, da Mariano il messaggio è chiaro:«La decisione è arrivata inaspettata e ci ha preso alla sprovvista – afferma Mauro Bernardi, direttore generale dei gialloblù -. L’errore è stato fatto a monte quando, a settembre, si è deciso di far ripartire tutte le squadre, anche quelle del settore giovanile. La gestione settimanale infatti è stata spesso un problema con tanti ragazzi che giravano all’interno dei centri sportivi, mentre durante le partite il tutto era più gestibile».

 

 

Un pensiero va anche sulla possibile ripresa: «A novembre si deve ripartire, i ragazzi possono prendere il virus anche al di fuori del campo da calcio. Ora mi auspico che si inizierà gradualmente, prima con le prime squadre, poi passando via via alle varie squadre del settore giovanile». È un fiume in piena invece il direttore sportivo del Città di Cantù (Promozione A), Fabio Tomaino: «Abbiamo preso malissimo questa decisione – commenta il ds -. Dopo il giusto stop della passata stagione, ci si aspettava di ripartire con continuità. Ho visto le società adoperarsi con tutte le proprie forze per ottemperare ai vari protocolli anti-Covid emessi, ora non ha senso fermarsi, almeno le prime squadre e le Juniores avrebbero dovuto continuare».

Sul futuro Tomaino ha le idee chiare: «Spero di sbagliarmi, ma credo che la stagione sia già compromessa, i contagi continueranno a crescere e soprattutto abbiamo tantissime partite da recuperare. Sarà dura». È forte anche la presa di posizione dell’Alta Brianza, società inserita nel girone B di Promozione: «Prendere una decisione del genere, senza alcun preavviso, il venerdì sera credo sia una mancanza di rispetto verso tutte le squadre – tuona Marco Novati, direttore sportivo dei comaschi -. Siamo stati attenti, tutti, a rispettare tutte le linee guida anti contagio, e ora ci vediamo bistrattati. Mi chiedo poi come possa cambiare a novembre: i contagi non si azzereranno così all’improvviso. Resto, benché amareggiato, comunque fiducioso sulla ripresa dei campionati».

«Non sono assolutamente d’accordo su quello che è stato deciso – spiega Antonio Campeglia, dg dell’Ardita – è stato colpito il settore sportivo quando tutto il resto va avanti. Parlo di centri commerciali, mezzi pubblici e tante altre cose che sono molto più a rischio. Piuttosto, credo sarebbe stato più logico fare un mini-lockdown di tre settimane, in cui tutti facevamo uno sforzo per mettere a posto le cose, e poi ripartire. Anche perché con questo virus bisognerà convivere ancora per mesi».

Parole dure quelle di Mattia Iovine, ds della Virtus Cermenate: «Ci siamo spesi per il rispetto dei protocolli, seguendo scrupolosamente tutte le regole, e questo è il risultato. Mi dispiace perché qualcuno le regole non le ha rispettate, ho visto società che se ne sono infischiate dei protocolli, ma questa decisione è assurda. A questo punto, se davvero vuoi chiudere il calcio dilettanti, allora penso sia più giusto chiudere tutto, anche quelle attività che sono sicuramente molto più pericolose».

Emblematiche le parole di Francesco Orsenigo, vicepresidente del Figino Calcio: «Ho quattro figli, due che giocano e calcio e due che fanno nuoto. Dover dire loro che non possono fare sport e vederli piangere ti fa davvero venire il magone. Togliere lo sport ai giovani significa togliere loro i sogni, e rischiare di farli crescere male». Dubbi secondo Orsenigo sulla decisione presa quindi: «E’ difficile commentarla, anche se sappiamo bene che non è il calcio dilettanti la cosa più pericolosa in questo momento. C’è grande tristezza e non sono fiducioso in una riapertura immediata. Sono un po’ dispiaciuto anche per il comportamento della federazione, che di fatto non ci ha dato nessun aiuto se non un piccolo rimborso sulle iscrizioni, dopo che già la scorsa stagione si era fermata in anticipo».

 


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CommentiI commenti degli utenti
Il giorno 20/10/2020 alle ore 12.19 bs13 ha scritto...
Commentoper quanto sia una decisione inconcepibile e fuori di testa, veramente qualcuno pensa che dal 6 novembre si tornera' a giocare????
come se il 6 i contagi tornano a zero... fin quando i contagi saranno zero saremo sempre a questo punto.
o ci si convive,col virus o si blocca tutte le attivita e stop( e non parlo chiaramente solo del calcio, dato che sembra sia l'unico veicolo di contagio)
Il giorno 20/10/2020 alle ore 13.03 calciocalcio67 ha scritto...
Commentovergognatevi, fontanta & co.. siete semplicemente, vergognosi.. A CASA SUBITO !!
Il giorno 20/10/2020 alle ore 18.19 sanfi64 ha scritto...
CommentoVogliamo parlare dei costi che le società si sono a collate per poter ripartire?
Si, prima hanno fatto tesserare tutti con i costi di tesseramento e iscrizioni,
ed ora? Se non si riparte
restituiscono tutto? Mah a pensar male ci vuole poco.... anzi pochissimo
Il giorno 21/10/2020 alle ore 09.00 bs13 ha scritto...
Commentobeh mi pare logico che si ripartira nel 2021, e ancor piu logico che iscrizioni e cartellini saranno gratuiti.. anche in italia tutto e' possibile
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