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STOP AI DILETTANTI - L'amarezza e le considerazioni della vicepresidente del Crl, Paola Rasori
"Nè interpellati nè consultati, avvisati per ultimi. Il 6 novembre snodo cruciale"
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Mar 20 Ottobre 2020 09.00
Paola Rasori, vicepresidente del Crl
Como,

Campi da calcio desolatamente chiusi e vuoti nel fine settimana che ci siamo lasciati alle spalle. E’ durata poco più di un mese la ripartenza del calcio dilettanti.

L’ordinanza della Regione Lombardia dello scorso venerdì notte è stata una nuova bandiera rossa alla corsa del calcio, e dello sport dilettantistico più in generale.

Stop, fermi tutti: campionati dilettanti e giovanili, senza nemmeno la possibilità di potersi continuare ad allenare.

Tre settimane di sosta forzata, a causa dell’impennata di contagi di Covid-19 tornata a preoccupare il Paese, che hanno scatenato uno tsunami di proteste e polemiche tra le decine di migliaia di skateholders del movimento.

 

 

In primis da parte del Comitato Regionale Lombardia della Lnd-Figc che non ha assolutamente preso di buon grado quanto deciso dal governatore Fontana, per tempi e modi. Lo ha duramente sottolineato il presidente del Crl Giuseppe Baretti, a cui ha fatto eco la vice Paola Rasori che è tornata sul provvedimento: «Non siamo stati interpellati né consultati, ma avvisati per ultimi a cose già fatte – commenta amareggiata Rasori-. Siamo davvero esterrefatti per come hanno agito le istituzioni, dopo che nei mesi scorsi avevamo avuto più confronti positivi per organizzare la ripartenza».

Ripartenza che era avviata dopo l’arzigogolata stesura del "protocollo" da parte della Figc, che le società si erano adoperate ad applicare con grande impegno e con un notevole dispendio di energie e risorse economiche. Giusto il tempo di assorbire il colpo e c'è già da guadare avanti al prossimo mese di novembre, nuove ordinanze permettendo. «Quello del 6 novembre diventa uno snodo cruciale – spiega Rasori -. Che siano tre settimane o tre mesi di stop, le soluzioni per gestire la ripresa dei campionati ci sono. Serve però avare una tempistica certa e non continue e improvvise decisioni a singhiozzo, che non ci permetterebbero di ripartire».

Diventa necessario, quando l’evoluzione dei contagi lo permetterà, avere una tempistica certa, altrimenti anche la stagione sportiva 2020/21 appena sarà inevitabilmente a rischio, con tutto quello che si porta appresso. «Spiace per questo nuovo stop – prosegue la vice presidente del Crl –, perché abbiamo sì avuto dei casi di contagio, ma spesso indiretti, ovvero portati da fuori, dalla scuola. I rinvii che abbiamo avuto sono infatti quasi sempre stati precauzionali, su indicazione delle Ats». Non vuole assolutamente puntare il dito contro altri Paola Rasori, ma concludendo ci tiene a precisare: «Non vorrei passasse il messaggio che il calcio dilettanti e giovanile sia una delle cause dell’aumento dei contagi, perché tra tutte le componenti sociali è quella che probabilmente ha la minor incidenza. Grazie anche alle nostre società che si sono adoperate nell’attuare le misure di prevenzione».

 


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