Como,
Il mondo dello sport, e in particolare quello del calcio, sono in ebollizione. L’ordinanza regionale di venerdì notte che interrompe tutta l’attività dilettantistica e giovanile, allenamenti compresi, ha suscitato un vespaio di polemiche tra le società del territorio.
Ci sono anche posizioni intermedie, ma i club chiedono almeno la possibilità di allenarsi.
Duro il commento del Consiglio direttivo del Tavernola, società di calcio e volley: «Sarebbe stato possibile quantomeno far svolgere attività di solo allenamento a ragazze e ragazzi per mantenere i legami sociali. Invece ragazzi e associazioni vengono cancellate con un nuovo emendamento serale».
E ancora: «Toglierli dal nostro centro e dalla nostra palestra vuol dire spedirli al parco o in giro in gruppi come in primavera, senza nessun controllo o protocollo. Protocollo che ci è costato tempo, impegno, lavoro, in cui credevamo, e che ci ha portati ad avere 0 contagiati dal 29 giugno. Noi ci dissociamo completamente!».
Il Sagnino aveva già sospeso in via cautelativa le proprie partite del week end, per la presenza di un bambino contagiato nel gruppo dei 2008: «È difficile gestire questa situazione – dice l’allenatrice Martina Fasana - ma avrei lasciato la possibilità ai bambini di allenarsi. Ora i bambini andranno al parco, senza controlli: almeno da noi sappiamo chi entra e operiamo di concerto con la scuola».
Anche la Cittadella accetta a malincuore l’ordinanza regionale: «Mi pare che ci sia il dente avvelenato contro il calcio – dice il presidente Stefano Ramaroli -: fuori c’è il caos, perché chiudiamo solo noi? I nostri ragazzi avranno passato il sabato pomeriggio in centro o nei centri commerciali».
L’Ardita, attiva in via Paoli, aveva avanzato un proposta, caduta nel vuoto: «A marzo scrissi in Federazione – dice il presidente Giuseppe Spreafico -, proponendo di chiudere tutto e riaprire a febbraio 2021, partendo da dove ci eravamo fermati. Ora che facciamo? Mi sembra che il giocattolo si sia rotto».
L’ex calciatore Roberto Galia, responsabile tecnico dell’Accademia Como, prende le distanze: «Sono d’accordo con la decisione solo parzialmente. Gli allenamenti potevano mantenerli. Così, mi sembra di tornare a marzo».
«Purtroppo non sono decisioni semplici – ammette Fabio Colmegna, mister degli Allievi dell’Albate Hf -: dal punto di vista sportivo, fermarsi è giusto perché ne va della validità dei campionati. Dal punto di vista della responsabilità sociale, lo sport è importante ma forse non prioritario: fidiamoci dei nostri esperti».
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