Da ranocchio a principe. Si può riassumere come la celeberrima favola dei fratelli Grimm la stagione della Lentatese nel girone B di Prima categoria. La formazione del tecnico Valente infatti partita a settembre a fari spenti, ha fin da subito sbaragliato la concorrenza restando in testa al campionato per tutte le ventuno gare disputate e ora - a meno di improbabili colpi di scena - può festeggiare, dopo un solo anno di purgatorio, il ritorno in Promozione.

Uno dei tanti segreti dei monzesi in questa stagione è stato il capitano Ivan Fagone, difensore classe '89 ex, tra le tante, di Cantù e Copreno, che un po' a sorpresa ha deciso di lasciare il calcio giocato: "La scelta non è ancora ufficiale al centro per cento ma credo che questo sia stato il mio ultimo anno in campo - spiega -, con i turni al lavoro non riesco più ad allenarmi con continuità e in più inizio ad avere qualche acciacco fisico di troppo".

Ma per Ivan chiusa - forse - l'esperienza in campo, si apre una nuova porta con un ruolo diverso: "Dalla prossima stagione sarò il nuovo direttore sportivo della Lentatese, un compito che mi stimola molto e che spero di poter svolgere con risultati proficui - spiega il difensore -. Per il nuovo anno ci stiamo iniziando a muovere: l'ossatura della squadra rimarrà intatta ma cercheremo alcuni profili esperti e qualche giovane di categoria".

Infine un pensiero va al campionato appena trascorso in cui la Lentatese ha sorpreso un po' tutti rimanendo in testa praticamente per tutte le giornate disputate: "Ormai è quasi ufficiale che siamo in Promozione, penso sia un traguardo meritato, nonostante avessimo nove sfide da disputare. Il girone era tosto con concorrenti forti e agguerrite, ma noi siamo sempre stati sul pezzo. All'inizio l'obbiettivo era raggiungere i playoff, poi intorno a gennaio ci siamo convinti che dovevamo restare al primo posto - conclude Fagone -. Diciamo che per me questa vittoria vale doppio, in primo luogo perché riscatta la brutta retrocessione dell’anno precedente, poi perché volevo terminare la carriera con questa gioia”.

J. Gan.