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CALCIO GIOVANI - per Sant'Agata e Libertas Sb la cosa più importante è la sicurezza
In attesa di una ripresa ancora lontana ecco i commenti dei due presidenti
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Mar 21 Aprile 2020 14:00
Enrico Bello, presidente della Libertas San Bartolomeo
Como,

Parola d’ordine: sicurezza. È quello che iniziano a chiedere a gran voce le nostre società calcistiche, come l’emergente Polisportiva Sant’Agata e la storica Libertas San Bartolomeo. Due realtà di estrazione oratoriana della città di Como, che si dedicano ai giovani e che nel complesso contano oltre 300 tesserati: 180 circa il Sant’Agata e 130 la Libertas. Tanti ragazzi che da quasi due mesi sono costretti a un’inattività forzata a causa dell’emergenza coronavirus.

 

 

Tutti desiderosi di tornare quanto prima a giocare col pallone. “Bisogna ripartire, ma non credo avverrà presto – commenta Francesco Angelini, presidente fresco di rinnovo della Polisportiva Sant’Agata -. La stagione in corso è finita, come le scuole, e la prossima non credo possa ripartire a settembre. Prevedo tempi più lunghi”. Un parere che negli ultimi giorni è stato condiviso da molti addetti ai lavori, pure dal Delegato Figc di Como Donato Finelli.

“Cerchiamo di seguire l’evolversi della situazione, ma fare previsioni è comunque impossibile – continua il Angelini-. Quello che conta più di tutto è che quando si riprenderà lo si faccia in totale sicurezza dal punto di vista sanitario. Altrimenti chi si prenderà la responsabilità di mandare in campo i ragazzi?”. Ragazzi col quale dirigenti e allenatori del Sant’Agata sono costantemente in contatto, tramite chat e video. Tante sono ora le incognite alle quali le società andranno incontro, come quelle economiche. “Anche noi abbiamo dovuto rinunciare al nostro torneo di maggio, che con birre e salamelle ci avrebbe dato il suo contributo – conclude Angelini -. Inevitabilmente pure gli introiti dagli sponsor diminuiranno ed è anche per questo che non sono in linea con chi propone di rinunciare alle quote delle famiglie”. Sarebbe un ulteriore segno negativo in bilancio che potrebbe mettere a rischio l’attività stessa delle società.

Sulla stessa lunghezza d’onda c’è anche Enrico Bello, presidente di quella Libertas che fu la prima squadra di un certo Gigi Meroni: “I ragazzi hanno una voglia matta di tornare a giocare, siamo sempre in contatto con loro e lo percepiamo. Nel frattempo con dirigenti e staff ci confrontiamo per provare a capire come evolverà la situazione”. E anche in casa Libertas il tema principale è quello legato alla sicurezza. “La speranza è quella di riprendere con la prossima stagione, a settembre – continua Bello -. Se così non sarà prevedo pesanti ripercussioni sul movimento”. Un prolungamento della ripresa preoccupa il presidente della Libertas, che però mette davanti a tutto un aspetto fondamentale: “Quando sarà, dovrà esserci la massima sicurezza per tutti: calciatori, allenatori, dirigenti, volontari e famigliari. Servirà un protocollo con linee guida chiare”. Bello infine invoca al ‘fare sistema’: “Per assicurare ai ragazzi la possibilità di fare sport. Abbiamo una responsabilità sociale. E per i costi che dovremo sostenere serviranno aiuti concreti”.

 


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