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Como, un capitano in casa: Raggio Garibaldi e lo stop forzato del campionato
"Quando si ferma tutto, emerge la serietà della situazione. Olbia? Una pagina da cancellare"
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Mar 17 Marzo 2020 16.05
Silvano Raggio Garibaldi, capitano del Como
Como,

Come tutti gli sportivi, anche Silvano Raggio Garibaldi, capitano del Como, è in casa per affrontare l'emergenza legata al coronavirus. Gli unici momenti sul campo sono quelli allo stadio, con i piccoli gruppi di lavoro organizzati dal Como per non perdere del tutto la condizione.

Il centrocampista sta vivendo questa situazione in casa con la fidanzata: "Se non ci lasciamo ora è fatta!"...

 

 

 

Il Como ha organizzato allenamenti allo stadio, a piccolissimi gruppi, come procede?

Io li sto sostenendo, come tutta la squadra. Almeno quel poco che si fa, aiuta. Chiaramente non è come allenarsi in gruppo, perché manca tutta la parte tattica, ma almeno cerchiamo di restare in forma.

 

Come sono organizzati gli allenamenti?

Sono a gruppi di tre persone e non ci sono né preparatore né allenatore per limitare al massimo i contatti. Ci mandano il programma tramite messaggio.

 

Svolgete anche lavoro a casa?

Sì, quel poco che si può fare si fa. Biogna stare attenti anche all'alimentazione, ovviamente.

 

Siete una squadra, anche in questo periodo di stop. Vi sentite?

Ci si sente spesso, in questo periodo però regna l'incertezza, proviamo a fare ipotesi sul futuro. E' una situazione comunque molto pesante.

 

Avete sensazioni o idee su come si potrà concludere questa stagione?

Più che idee, leggiamo quello che pensano i vertici del calcio. Credo che si farà di tutto per finire il campionato, con quale formula però non saprei dirlo.

 

Per uno sportivo professionista, la mancanza di allenamenti è un problema reale, no?

Noi siamo fermi da una settimana, con questo programma della società almeno riusciamo a non stare fermi del tutto. In questa situazione, è già un buon compromesso, non tutti lo stanno facendo.

 

A tutti livelli lo sport si è fermato, sono a rischio slittamento anche grandi competizioni. Da sportivo, cosa ne pensi?

Quando si ferma tutto, ma proprio tutto, capisci davvero la serietà della situazione. Si capisce che siamo tutti nella stessa barca, a tutti i livelli.

 

Difficile parlare di sport in questo momento. Soffermiamoci però un attimo sul Como: l'ultima apparizione è stata contro l'Olbia.

Credo che la squadra abbia disputato una stagione nel complesso positiva. Nel girone di ritorno, dopo una bella partenza, abbiamo sbagliato le ultime due partite in casa: avremmo voluto giocare subito per voltare pagina dopo il ko contro l'Olbia. Diciamo che siamo infastiditi, perché quella pagina non abbiamo potuto cancellarla.

 

La società vi sta supportando?

Posso solo dire che la società ha mostrato per noi grande rispetto, la sentiamo sempre molto vicina. Speriamo sia così ovunque, anche nelle altre realtà di serie C. Purtroppo lo stop impone mancati incassi e rischia di far saltare qualche sponsorizzazione: la situazione è seria e pericolosa, soprattutto per le realtà piccole della C. L'augurio è di uscirne bene, prima o poi, senza troppe conseguenze negative.

 


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