Porro contro tutti, giornalisti e tifosi. Un confronto sempre civile e sereno, senza isterismi. Un confronto voluto dal Calcio Como a pochi giorni dall'udienza in tribunale, in cui la società dovrà difendersi e mettere sul piatto le proprie ragioni, per cercare di evitare il fallimento.

Non ci sono state promesse del tipo «non falliremo mai», perché di mezzo c’è un’istanza di fallimento e un giudice chiamato a decidere, il prossimo 13 luglio sul futuro del Como. Ma c'è, piuttosto, tutta l'intenzione di «percorrere ogni strada per far sì che la storia del Como prosegua, perché c’è un valore in quello che abbiamo creato in questi quattro anni».

Questo il succo delle parole di Porro, che con Foresti ha affrontato la platea di tifosi e cronisti. «Non saremmo mai dovuti arrivare a questo punto, abbiamo agito con superficialità. E ad Angiuoni dico, ora che ha tutte le garanzie del caso ed è stato sollevato dal suo impegno su Orsenigo, di riavvicinarsi a noi».

Ma il Como come sta? «Le società di calcio hanno sbalzi di liquidità e nel momento in cui c’è stata l’istanza di fallimento il Calcio Como era in una situazione di difficoltà. Ma negli ultimi giorni abbiamo presentato una fidejussione, abbiamo pagato gli stipendi e stiamo rateizzando i debiti con l’Erario. Chiedo ai giudici di indicarci la strada da percorrere e noi agiremo al cento per cento».

E parla dei crediti maturati, ma non ancora disponibili: «Parliamo di tanti soldi: 600 mila di paracadute dopo la retrocessione, che arriveranno tra agosto e dicembre, 400 mila dalla fondazione B, altre 200 mila euro dalle valorizzazioni dei prestiti e stiamo inoltre cedendo ragazzi del settore giovanile per un totale di 350 mila euro. Ora chiedo aiuto: ai tifosi, ai vecchi presidenti, agli imprenditori di Como: fatevi avanti, non ci vogliono grosse cifre per un Como sano».