Cantù ,
Domenica, in occasione della sfida contro Reggio Emilia in programma a Desio alle 12, la curva resterà vuota e in silenzio per 10', per tutta la durata del primo quarto...
Di seguito il comunicato della curva canturina...
"LA NOSTRA VOCE NON SARA’ ZITTITA, MA OGGI PARLEREMO COL SILENZIO.
Domenica scorsa abbiamo disertato la trasferta per dire NO al protocollo che sta soffocando la passione vera e libera.
Questa domenica, in casa, la protesta continua. La CURVA resterà VUOTA per tutto il primo quarto. Il tifo inizierà dal secondo quarto. Invitiamo TUTTI a lasciare la curva vuota e a restare in SILENZIO.
Il silenzio assordante delle istituzioni e delle Società ci ha portato a prendere questa decisione. Non accettiamo regole che snaturano il tifo, criminalizzano la passione e allontanano la gente dai palazzetti.
NO AL PROTOCOLLO
Il mondo del basket è stretto nella morsa di regole inutili e repressive che nulla hanno a che fare con la sicurezza e molto con il controllo delle libertà individuali. Il protocollo è solo l’ennesimo passo verso la schedatura di massa dei tifosi.
COSA NON FUNZIONA:
1. Schedatura dei tifosi che acquistano biglietti nel settore ospiti Obbligare chi viaggia per sostenere la propria squadra e acquista un biglietto per il settore ospiti a fornire dati che vengono trasmessi alle questure è una violazione del diritto alla privacy e alla libertà di movimento. (non si conosce a quale scopo vengano utilizzati i dati personali)
2. Biglietti nominali e orari di acquisto L’obbligo di acquistare i biglietti entro scadenze prestabilite è penalizzante e NON ha reali effetti sulla sicurezza. Il biglietto nominale non previene disordini come ampiamente dimostrato.
3. Il protocollo non serve a controllare i diffidati Chi è diffidato non può già entrare nei palazzetti e non si presenta alle partite: questo protocollo è solo un modo per controllare TUTTI.
4. La gestione dell’ordine pubblico La sicurezza si garantisce con una gestione intelligente e non provocatoria dell’ordine pubblico, non attraverso schedature e restrizioni collettive.
NON VOGLIAMO IMPUNITÀ, MA LIBERTÀ Non chiediamo privilegi o impunità. Chi ha sbagliato ha sempre pagato. Chiediamo solo di poterci muovere liberamente, di poter seguire le nostre squadre senza essere trattati come sospetti a prescindere, di essere considerati tifosi, non criminali.
IL MOVIMENTO ULTRAS È UN MOVIMENTO SOCIALE Non siamo il problema: siamo una parte viva della società, una comunità che anima gli spalti, le strade e le città. Gli ultras sono solidarietà, passione, appartenenza, cultura popolare. Non accetteremo di essere trattati come nemici per il solo fatto di amare il nostro sport e la nostra città.
Rivendichiamo il diritto di tifare liberi. Contro ogni forma di controllo e repressione, contro un protocollo inutile e dannoso. Difendiamo la nostra libertà. Difendiamo il basket popolare.
NO ALLA SCHEDATURA – NO AL BIGLIETTO NOMINALE – NO AL CONTROLLO SOCIALE NEI PALAZZETTI
SÌ ALLA PASSIONE – SÌ ALLA LIBERTÀ – SÌ AL MOVIMENTO ULTRAS"
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